Caso David Rossi, le valutazioni della Procura: "Non è stato omicidio, chiari impulsi suicidi"

Di Redazione | 17 Febbraio 2017 alle 20:32

Caso David Rossi, le valutazioni della Procura: "Non è stato omicidio, chiari impulsi suicidi"

Le motivazioni della Procura sul caso David Rossi: “Omicidio non si può escludere in assoluto, ma non vi sono segni attribuibili a terze persone”

Dopo la richiesta di archiviazione arrivata dalla Procura di Siena (leggi qui) e la replica dei familiari, che tramite io propri legali hanno annunciato opposizione, cominciano a trapelare i contenuti del “faldone” che compone la richiesta dei procuratori e che sarà analizzata dal gip. “Elevata probabilità di riconducibilità dell’evento mortale ad un’autonoma cosciente e volontaria spinta autosoppressiva ideata e portata ad esecuzione in assenza di qualsivoglia condotta di istigazione ad opera di terzi” e non “configurabili condotte di omicidio in suo danno”. Così scrivono il procuratore della Repubblica di Siena Salvatore Vitello e il sostituto Fabio Maria Gliozzi nella richiesta di archiviazione della seconda inchiesta sulla morte, il 6 marzo 2013, dell’ex capoarea comunicazione di Banca Mps David Rossi.

Nella richiesta depositata l’8 febbraio scorso, dove si fa piu’ volte riferimento alla relazione dei consulenti d’ufficio l’anatomopatologa Cristina Cattaneo e il tenente colonnello del Ris Davide Zavattaro, si precisa inoltre che l’ipotesi di omicidio “non si puo’ escludere in assoluto” ma “tuttavia non ha elementi circostanziali o biologici che la supportino: non vi sono segni chiaramente attribuibili a terze persone” e “non appaiono, viceversa, configurabili condotte di omicidio in suo danno che, all’esito delle verifiche tecniche, non risultano verosimili”. I due magistrati spiegano che, dopo la riapertura del fascicolo sulla morte di Rossi, “si e’ inteso operare in modo da svolgere tutte le operazioni umanamente e tecnicamente possibili senza tralasciare alcunche’, con il pensiero costantemente rivolto al bisogno di rendere una risposta adeguata e razionale alla domanda di giustizia”. Un passaggio riguarda anche lo scambio di mail avvenuto tra David Rossi e l’ex amministratore delegato di Mps Fabrizio Viola, insieme ad altri colloqui acquisiti agli atti dopo gli interrogatori. Tale scambio rivela una “disastrosa condizione emotiva e l’assoluto sconforto che, con chiari impulsi suicidi, attanagliarono il Rossi fino al suo ultimo giorno di vita”.

Quanto ai tre biglietti rivolti alla moglie e trovati nell’ufficio di Rossi che, secondo il grafologo di parte della famiglia dell’ex capo comunicazione di Mps, sarebbero stati scritti sotto costrizione fisica e/o psichica, i magistrati scrivono: “E allora da chiedersi se un tale sconvolgimento psicologico ed emotivo non sia piu’ che sufficiente ad integrare quello stato di condizionamento e sofferenza che, seguendo il ragionamento e le considerazioni del consulente, ben potrebbero spiegare le anomali e non fluidita’ di scrittura che ritiene di aver rilevato nei messaggi di addio alla moglie, messaggi sicuramente redatti dal Rossi di suo pugno ed esplicitamente preannuncianti il suicidio, che avrebbe di li’ a poco portato a compimento”.



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