Chigiana, tre giorni di grande musica

Di Redazione | 22 Luglio 2016 alle 15:04

Chigiana, tre giorni di grande musica

Gli appuntamenti alla Chigiana di venerdì, sabato e domenica

Venerdì 22 luglio, doppio appuntamento nel Salone dei concerti di Palazzo Chigi Saracini (a Siena in via di Città 89).

Alle ore 19 avrà luogo il concerto del corso di chitarra, tenuto da Oscar Ghiglia, prima allievo e poi successore di Andrés Segovia presso l’Accademia Chigiana.

I giovani chitarristi, provenienti da Germania, Italia,Giappone e Romania, eseguiranno brani di J.S. Bach, Mertz, Castelnuovo-Tedesco, Brouwer, Tansman, Takemitsu, Regondi.

Alle ore 21.30 si svolgerà il concerto del corso di quartetto d’archi e musica da camera, tenuto da Günter Pichler, illustre concertista di fama internazionale appartenente al glorioso Quartetto Alban Berg.

Nell’occasione si esibiranno tre quartetti composti da allievi provenienti da Germania, Francia, Belgio, Spagna, con musiche di Mozart, Hendrickx, Bartòk.

Anche il fine settimana è ricco di appuntamenti da non perdere nel programma del Chigiana International Festival and Summer Academy 2016.

Si inizia sabato 23 luglio (Teatro dei Rozzi, ore 21:15 – Chigiana Today), con le pianiste Stefania Redaelli e Maria Grazia Bellocchio e la regia del suono di Alvise Vidolin che eseguiranno uno dei brani più significativi della seconda metà del Novecento, Mantra di Karlheinz Stockhausen; il concerto è realizzato in collaborazione con il Laboratorio SaMPL del Conservatorio “Cesare Pollini” di Padova.

Alle ore 19 il concerto sarà preceduto dal concerto finale della classe di flauto (Palazzo Chigi Saracini – Chigiana Factor) tenuta da Patrick Gallois.

Mantra è stata concepita a Osaka, nel maggio del 1970, durante il periodo in cui Karlheinz Stockhausen si esibiva quotidianamente, insieme con un gruppo di cantanti e strumentisti, all’interno di un padiglione sferico allestito nell’ambito dell’Esposizione Universale. La partitura è stata ultimata a Kürten il 18 agosto dello stesso anno e si fonda sull’elaborazione elettronica del suono di due pianoforti, al quale si aggiungono i rintocchi rituali di alcuni piccoli strumenti a percussione: l’effetto, del tutto inconsueto, è paragonabile ad una sorta di espansione tecnologica del ‘pianoforte preparato’ di John Cage (di cui riprende alcuni caratteri di straniato esotismo). La prima esecuzione assoluta si è svolta il 18 ottobre del 1970 al Festival di Donaueschingen: in quell’occasione, l’autore fece riportare sul programma di sala un frammento dal libro di Satprem Sri Aurobindo or the Adventure of Consciousness (New York, 1964). È la prima composizione ‘determinata’ (cioè su partitura completamente scritta, benché vi siano alcuni passaggi che prevedono un certo grado di improvvisazione) lasciata da Stockhausen dopo una lunga fase di composizioni ‘indeterminate’. L’opera coinvolge l’espansione e la contrazione di una coppia di melodie in contrappunto, dette dal compositore «formula». Lo stesso Stockhausen scelse il termine mantra «per evitare parole come tema, linea o soggetto, come in una fuga». Secondo il compositore, il mantra «ha tredici note, e ciascun suono di piatti che avviene nel pezzo indica le grandi sezioni – si sentono i piatti ogni volta che un nuovo suono centrale annuncia le successiva sezione». Benché questo mantra ricorra in maniera costante, la struttura della composizione non è un tema con variazioni presente in compositori classici quali Bach e Beethoven, perché il materiale non è mai variato, ma soltanto espanso e contratto (tanto in durata quanto in altezza di suono).

L’esecuzione di Mantra sarà introdotta dall’ormai consueto appuntamento di Chigiana Lounge dal titolo “Mantra. Lo spazio in tredici note”, sabato 23 luglio a Santa Maria della Scala (ore 19 – ingresso libero), con Nicola Sani e Veniero Rizzardi.

Domenica 24 luglio (a Siena nella chiesa di Sant’Agostino, ore 21.15 – Chigiana Today), protagonista del Chigiana International Festival sarà la musica senza tempo, barocca ma modernissima, di Johann Sebastian Bach eseguita da uno dei più prestigiosi ensemble del mondo, Café Zimmermann che proprio in questa occasione senese debutta in Italia; un concerto realizzato con il contributo del Consorzio del Vino Chianti Classico nell’ambito delle celebrazioni per i 300 anni del Chianti. In programma quattro pagine di Bach che ne illustrano efficacemente la produzione: con due Concerti, uno per clavicembalo (BWV 1052) e uno per oboe d’amore (BWV 1055) e due Cantate, “Jauchzet Gott in allen Landen” (BWV 51) e “Ich habe genug” (BWV 82), brani che illustrano tanto lo stile personale del compositore quanto la componente italiana della sua formazione e del suo gusto. Un Bach che studia e si appropria del modello strumentale di Vivaldi e che, al tempo stesso, rivaleggia per disegno melodico con la scuola napoletana, che nel Settecento era considerata quintessenza del canto. Quattro brani che, a prescindere dalle caratteristiche formali, costituiscono molteplici occasioni di spettacolarità sia per i solisti (il clavicembalo e l’oboe nei concerti, il soprano in duetto con la tromba nella prima cantata e col flauto nella seconda).

L’Ensemble Café Zimmermann – dal nome del locale di Lipsia che dal 1702 ospitò i concerti del Collegium Musicum, ensemble fondato da Telemann e poi diretto da Bach – è guidato da due veterani della musica barocca come Pablo Valetti (già primo violino di numerosi ensemble storici) e Céline Frisch (solista al clavicembalo) e si è imposto anche grazie a una serie di fortunate incisioni bachiate per l’etichetta Alpha; per l’occasione senese vanta la presenza di una solista d’eccezione come il soprano Lenneke Ruiten.

Il concerto sarà preceduto dalla conversazione di Chigiana Lounge “Go Bach to the Future” in programma domenica 24 luglio a Santa Maria della Scala (ore 19 – ingresso libero), con Stefano Jacoviello e Marco Maria Tosolini.



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