Fidanzati benestanti ladri per noia, rubano strumento musicale

Di Redazione | 17 Febbraio 2016 alle 12:50

Fidanzati benestanti ladri per noia,  rubano strumento musicale

I due fidanzati si baciano prima di compiere il furto di un ukulele

Una coppia di turisti genovesi trentenni è stata denunciata dai carabinieri per il furto di un ukulele messo a segno per noia e per il gusto di compiere una bravata. I due fidanzati, infatti sono benestanti, la ragazza appartiene ad una famiglia proprietaria di una importante azienda ed ha la cittadinanza americana. E quel ukulele, una sorta di mandolino, ha un prezzo di 600 che poteva tranquillamente sostenere.

La vicenda risale a circa un mese fa. I due fidanzati, mai un problema con la giustizia, arrivano a Siena e si recano presso una importante rivendita di strumenti musicali, conosciuta in tutta Italia. Prima di entrare si baciano appassionatamente, poi fanno ingresso nell’esercizio commerciale quasi simultaneamente ma facendo finta di non conoscersi.

Mentre la ragazza si sbizzarriva in una raffica di domande per distrarre la commessa, acquistando poi degli accessori per 129 euro, il suo complice, con fare distratto, individuava l’oggetto da sottrarre e se ne impossessava repentinamente, infilandolo dentro il proprio giaccone. L’abile manovra non poteva essere colta dai commessi del negozio, ma era immortalata dall’impianto di video-sorveglianza interno. Durante la ricognizione serale sugli oggetti esposti il personale ha notato l’assenza del particolare strumento a corde e il giorno successivo ha sporto denuncia presso la caserma di via Bracci.

I carabinieri hanno visionato i filmati, hanno notato il bacio della coppia e poi l’ingresso come sconosciuti, il fidanzato che si impossessava dello strumento e la ragazza che pagava gli oggetti acquistati con la carta di credito. Hanno pensato che anche la carta fosse rubata ma non era così: era stata utilizzata anche negli Usa, e l’italiana che ne fruiva risultava essere cittadina americana. Da quel documento si poteva risalire ad un nome ed a un passaporto, dalla cui foto la ragazza veniva riconosciuta dai testimoni del fatto. Il telefonino utilizzato dall’improvvida autrice del furto dell’ukulele, risultava essere intestato all’azienda di famiglia, ma in uso a lei. A questo punto, individuare chi fosse il fidanzato e complice è stato un gioco da ragazzi. La giovane ha ammesso tutto ed ha spiegato che si trattava di una bravata. Ha restituito lo strumento e probabilmente la famiglia risarcirà il commerciante.



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