Giusti (Uniti per Siena): "Non eravamo tutti servi del groviglio"

Di Redazione | 25 Gennaio 2018 alle 18:00

Giusti (Uniti per Siena): "Non eravamo tutti servi del groviglio"

“Bersaglio mobile ci dipinge come un borgo di venduti e invece le voci fuori dal coro c’erano ma venivano ostracizzate”

Francesco Giusti di Uniti per Siena ha commentato il documentario di ieri su La7 a Bersaglio Mobile sulla caduta di Siena e il caso David Rossi: “Non posso accettare il tentativo di ridurre Siena ad un borgo in cui tutti erano servi, “venduti” e succubi al Sistema nel decennio della vergogna. Il sottoscritto (basti ricordare l’esposto su Ampugnano e quello su Antonveneta redatti dall’Avv. Luigi De Mossi), gli esponenti delle Liste Civiche Senesi, i bloggers sono state le uniche, coraggiose voci fuori da un coro di personaggi che amavano stringere mani importanti ed abbracciare il potente di turno. Voci fuori dal coro che spesso e volentieri sono state ostracizzate, dileggiate, messe in disparte solo per aver avuto il coraggio di dire la verità. Non è vero, come qualcuno ha assurdamente sostenuto nel corso della trasmissione, che il Groviglio sia qualcosa di storico, endemico e secolare a questa Città e che l’abbia aiutata a crescere. Il Groviglio è qualcosa di recente, cresciuto negli anni ‘90 e diventato imperante nel “decennio della vergogna”, quando ha contribuito a rovinare la nostra Siena, assuefacendola purtroppo ad una logica di servile appoggio ad ogni decisione presa dal potente di turno.

La crisi della Città parte però dal decennio precedente, quando era Sindaco Piccini (oggi nuovamente candidato al ruolo di Primo cittadino), con lo Statuto della Fondazione MPS che consegnò il potere di nomina nelle mani del Sindaco e del Presidente della Provincia e che venne votato anche da certi esponenti dell’opposizione, con l’acquisizione della 121, che ci regalò i mutui mascherati da piani di risparmio che fecero perdere ai clienti un sacco di soldi e che già dovevano lanciare alla Città i primi segnali di allarme. Dinanzi a trasmissioni come quelle di La7, però, non c’è assolutamente da essere contenti, perché mostrano all’intero paese il volto peggiore di questa Città, che ancora non ha avuto il coraggio di rompere definitivamente con i veri colpevoli politici di quel disastro, capaci di riciclarsi come camaleonti, come se nulla fosse successo. Fortunatamente, però, ci sono trasmissioni come quelle di Alberto Angela che raccontano la bellezza di Siena, una bellezza che ci hanno regalato i nostri avi e dalla quale possiamo ripartire, una volta allontanato dal governo cittadino il Partito Devastatore che l’ha fatta diventare oggetto di lotta politica nazionale, per voltare finalmente pagina e lasciarsi alle spalle anche l’idea di Groviglio ed i suoi attori presenti e passati”.



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