Il circolo di Sena Civitas sul caso di Villa Chigi Farnese

Di Redazione | 16 Gennaio 2018 alle 9:23

Il circolo di Sena Civitas sul caso di Villa Chigi Farnese

“Si apra il dibattito anche su tutti gli altri beni Invimit per la messa in mercato, come la Caserma Piave, o il palazzo della Provincia”

Il circolo Sena Civitas si è espresso sulla situazione di Villa Chigi Farnese, abbandonata e in vendita, il cui futuro è ancora tutto da decifrare: “La villa delle Volte Alte .si legge in una nota – realizzata nel 1505 su commissione di Sigismondo Chigi e su progetto di Baldassarre Peruzzi è un vero gioiello architettonico del Rinascimento, prototipo della più nota villa romana della Farnesina voluta da Agostino Chigi, fratello del precedente, e costruita sulle rive del Tevere dallo stesso artista. E’ di questi ultimi mesi la notizia di una probabile alienazione della villa, che si inserisce in un processo di sdemanializzazione ai fini economici del patrimonio dello Stato iniziato già a partire dai primi anni di questo secolo, alienazione che sottrarrebbe al controllo della Soprintendenza e ne priverebbe la fruizione pubblica, anche se per la verità quest’ultima è stata esercitata solo raramente e in particolari occasioni, per un utilizzo che ignoriamo, ed è questo ciò che più ci preoccupa.

Una ferita che si riapre dopo decenni di oblio. La villa di proprietà della famiglia Mieli nel secondo dopoguerra passata poi al demanio dello Stato e custodita dalla Soprintendenza negli anni Ottanta che la utilizzava per gli alloggi del personale, è passata poi in concessione d’uso all’Università che l’ha utilizzata come Scuola di Alta Specializzazione e da ultimo è stata riconsegnata all’Agenzia del Demanio. Inutile dire che a fronte di questi usi non è mai stato effettuato un restauro vero e proprio teso a riportarla ad uno stato di decoro come avrebbe meritato ed anzi ci si è limitati ad un uso, spesso improprio ed incompatibile con il suo carattere storico artistico, che ha progressivamente spogliata depredata e snaturata quella che in origine era una splendida residenza nobiliare di campagna.E non ci riferiamo al suo interno dove sono andate perdute le decorazioni e le pitture ma anche al suo contesto esterno, al giardino scomparso anch’esso, i suoi diversi pozzi piuttosto malandati, al ninfeo, uno dei più importanti esempi conosciuti, ridotto ad un fontone, e al suo rapporto fisico e prospettico con il circondario e con la chiesa di San Bartolomeo.

Non crediamo sia qui la sede per denunciare l’incuria e la sorda ignoranza che hanno condotto al miserevole stato attuale della villa ma vogliamo domandarci se la vendita ad un privato possa rimediare a tanti errori commessi nel passato. E se sì Sena Civitas e la comunità senese che rappresenta, chiede un atteggiamento trasparente da parte dell’Agenzia del Demanio e rivendica la possibilità di partecipare al procedimento di dismissione della villa, esprimendo pareri ed avanzando proposte sul suo recupero. E un dibattito dovrebbe aprirsi a nostro avviso per tutti quei beni pubblici assegnati ad INVIMIT per la loro messa sul mercato, quali la Caserma Piave, o il palazzo della Provincia, ma a Siena, come sempre, tutto passa sotto silenzio e nella più totale indifferenza. Forse che abbiamo troppo o siamo invece incapaci di collaborare alla salvaguardia del patrimonio artistico diffuso in città e in campagna, sempre a rischio dispersione o danneggiamento, mentre ci atteggiamo estasiati davanti ad un’opera esposta in una mostra o conservata in un museo”.



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