La moglie di David Rossi sul banco degli imputati per le mail pubblicate dal Fatto Quotidiano - FOTO E VIDEO

Di Redazione | 21 Ottobre 2016 alle 23:39

La moglie di David Rossi sul banco degli imputati per le mail pubblicate dal Fatto Quotidiano - FOTO E VIDEO

Antonella Tognazzi e il giornalista Davide Vecchi sotto accusa, Viola la parte offesa

Antonella Tognazzi, la vedova di David Rossi che dal 2013 chiede verità sulla morte del marito, troppo presto archiviata come suicidio, questa mattina, venerdì 21 ottobre, si è seduta a fianco del suo avvocato (Roberto De Vita di Roma) per un processo che la vede non vittima alla ricerca di giustizia, ma imputata.

Imputato anche il giornalista de Il Fatto Quotidiano Davide Vecchi (avvocati Luigi De Mossi di Siena e Caterina Malavenda di Milano oggi assente) che per primo pubblicò le mail che David Rossi inviò a Fabrizio Viola. E l’ex ad di Banca Monte dei Paschi, assente per difetto di notifica, è proprio la parte offesa di questo processo dove non ci sono state querele di parte ma che è stato istruito dalla stessa procura.

Per Antonella Tognazzi e Davide Vecchi l’accusa, in concorso, è divulgazione dei dati personali costituiti dal contenuto delle mail in assenza di un consenso validamente espresso dall’interessato Viola. Un’accusa alla quale si aggiunge l’aggravante di aver cercato di perseguire un profitto dall’esercizio arbitrario delle proprie ragioni nei confronti della banca.

Lunga la lista dei testimoni, da quelli della banca ai giornalisti fino agli agenti di polizia postale:  Ilaria Dalla Riva, responsabile del personale Mps, Bruna Sandretti, segretaria e collega di David Rossi, Luca Goracci, avvocato di Antonella Tognazzi, Riccardo Quagliana, responsabile dell’ufficio legale di Mps,  l’avvocato Alessandro Lepri e molti giornalisti come quelli dell’Ansa e della Nazione, che al tempo pubblicarono le email.

La prima ad essere ascoltata dal giudice Alessio Innocenti ed interrogata prima dal pm Serena Menicucci e poi dagli avvocati della difesa, è stata Ilaria Dalla Riva, che è rimasta al banco dei testimoni per circa tre ore (LEGGI anche Processo per le mail di David Rossi: il racconto della testimone Ilaria Dalla Riva).

Alla dirigente del Monte dei Paschi sono state fatte domande sull’esposizione economica di David Rossi e sulle difficoltà della vedova nell’immediatezza della morte. Inoltre ha riferito su quanto la Banca ha deciso di liquidare agli eredi.

Secondo la Dalla Riva esistevano ottimi rapporti tra lei e la Tognazzi al punto da essere andata a trovarla il giorno dopo la morte di David e di averle chiesto di chi si fidasse per gestire le questioni economiche e di successione. Infatti David Rossi, spiega in aula la Dalla Riva, aveva acceso un grosso finanziamento per ristrutturare una casa acquistata a Siena, e la vedova avrebbe avuto difficoltà a portare a termine i pagamenti.

Dalla Riva ha risposto anche su quanto è stato liquidato agli eredi dopo la morte di Rossi: 44mila euro di ferie maturate, 163mila, come è prassi in casi di morte, per mensilità concesse come preavviso non dato. A questi erano stati aggiunti 111mila euro netti (185mila lordi) equivalenti ad una annualità di stipendi, proprio per venire incontro alle necessità della famiglia.

Si è indugiato sulle domande su quanto percepisse di stipendio David Rossi (“240mila euro anni” ha risposto Dalla Riva), sul minore reddito della moglie ed anche sulla sua non accettazione del posto in banca offerto come vedova.

La dirigente ha poi parlato degli incontri con l’avvocato Lepri, primo legale della Tognazzi, e quindi del successivo incontro con Goracci che richiese, rispetto a quella accordata, una buona uscita di importo maggiore, circa 1milione di euro, facendo un paragone con altri dirigenti usciti precedentemente, e facendo riferimento alla buonuscita di Antonio Vigni al quale erano stati liquidati circa 4milioni di euro al momento dell’uscita dalla banca. Nell’occasione – secondo Dalla Riva – Goracci mostrò sul telefonino le mail inviate da Rossi a Viola, nelle ore precedenti il suicidio e nelle quali diceva “se non rispondi mi ammazzo”.

Contestate dagli avvocati difensori le domande del pm alla Dalla Riva su quali fossero le condizioni psicologiche di Rossi nei giorni precedenti la tragedia. Secondo la dirigente David era molto provato per la perquisizione subita a casa sua dalla Guardia di Finanza mentre non poteva nutrire timori sulla sua posizione lavorativa in quanto riscuoteva la piena fiducia dei vertici.

Nel controinterrogatorio gli avvocati hanno puntato a mettere in risalto che le mail furono portate in procura dalla moglie di David Rossi, rimarcando il comportamento trasparente tenuto dalla famiglia ed hanno ribadito che le mail erano già “conosciute da più persone” e che il giornalista Davide Vecchi “le ha pubblicate quando non erano più coperte dal segreto istruttorio, facendo il corretto mestiere di giornalista”.

Nel pomeriggio sono stati ascoltati Quagliana, l’ingegnere informatico Benedetti, l’agente di polizia postale Mencarelli e la giornalista di Reuters Ognibene, poi alle 17,30 il rinvio al prossimo 18 gennaio.

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