Mps, conversione dei bond: buone notizie arriva almeno un miliardo di euro

Di Redazione | 3 Dicembre 2016 alle 7:52

Mps, conversione dei bond: buone notizie arriva almeno un miliardo di euro

Prima fase positiva per Monte dei paschi nell’operazione di salvataggio

Dalla conversione dei bond subordinati in azioni, Mps portera’ a casa almeno uno dei cinque miliardi necessari per l’operazione di salvataggio. Il dato, ancora provvisorio, e’ stato diffuso poche ore dopo la chiusura del periodo di adesione volontaria. Nei giorni scorsi, la Banca aveva fatto sapere che le sue stime indicavano in un miliardo e 57 milioni di euro l’esito dell’operazione, anche se non e’ un segreto che i vertici di Siena si erano posti l’obiettivo di raccogliere un miliardo e mezzo. Il risultato definitivo si sapra’ lunedi’, quando la banca avra’ a disposizione i dati della conversione dei bond in mano sia alla clientela istituzionale sia a quella retail.

Siena spera di non allontanarsi troppo dal target. In linea di massima, l’operazione di salvataggio prevede che un altro miliardo, miliardo e mezzo arrivi da uno o piu’ investitori che intendano entrare con una quota di peso nel capitale di Siena, il cosiddetto ‘anchor invest’. Il terzo tassello, che vale due miliardi di euro, sara’ l’aumento di capitale da lanciare la prossima settimana per poterlo chiudere entro Natale. Nei giorni scorsi la banca ha fatto sapere che il fallimento di anche uno solo dei tre passaggi comporterebbe il flop dell’operazione. Il primo ostacolo e’ stato superato ma restano ancora delle incognite. La prima e piu’ grossa e’ la reazione dei mercati all’esito del referendum costituzionale. Nel caso in cui il voto provochi un terremoto sulle Borse, ogni sforzo senese potrebbe essere vanificato.

Gli investitori potrebbero tirarsi indietro, cosi’ come le banche del consorzio di garanzia, che potrebbero non firmare l’impegno ad accollarsi la parte di aumento di capitale non assorbita dal mercato. Insomma, gli spettri del ‘bail in’ e di un intervento dello Stato non possono dirsi ancora scongiurati. “Non abbiamo commenti da offrire sulla storia”, ha risposto il portavoce della commissaria Ue alla concorrenza, Margrethe Vestager, sull’ipotesi di una nazionalizzazione di Mps. Al momento, ha aggiunto, “e’ in corso un esercizio di ricapitalizzazione sul mercato che e’ pienamente in linea con le regole Ue”. Anche un portavoce del ministero delle finanze tedesco ha detto di aspettarsi che vengano rispettate le “regole europee”. Per quel che riguarda gli investitori, voci insistenti parlano di contatti avanzati con il fondo sovrano del Qatar, intenzionato a mettere sul piatto un miliardo. La firma di un impegno piu’ concreto non dovrebbe essere lontana, ma la logica suggerisce che, a questo punto, anche gli Emirati aspetteranno il dopo referendum, anche se la loro decisione non pare strettamente vincolata al risultato. I fondi Soros, Pimco e Paulson, che stanno valutando investimenti fra i 100 e i 300 milioni di euro, sono invece molto piu’ sensibili alle scosse dei mercati. Per lunedi’ in Mps ha in programma una serie di riunioni tecniche con le banche del consorzio – guidato da Jp Morgan e Mediobanca – e con gli investitori, per valutare il post voto e tutto quel che ne consegue su fattibilita’, modalita’ e tempi dell’aumento di capitale. Sara’ poi un cda in programma martedi’ a Siena a stabilire se e come si fara’ l’aumento di capitale.



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