Mps la collezione da 121 milioni non può essere venduta

Di Redazione | 26 Ottobre 2017 alle 11:36

Mps la collezione da 121 milioni non può essere venduta

121 milioni racchiusi in opere d’arte

Nel piano di ristrutturazione figura anche la cessione della collezione di opere d’arte: 121 milioni racchiusi in opere di artisti del calibro di Sano di Pietro, Pietro Lorenzetti, Francesco Bartoli e Andrea di Bartolo, ma la sopraintendenza rassicura, come si legge sulle pagine del Corriere di Siena. Ci sono vincoli pertinenziali, di conseguenza le opere non potrannoessere vendute. Tutte le opere d’interesse storico artistico del Monte dei Paschi sono tutelate, finché non sarà fatta una verifica, nessuno potrà venderle. Per la legge di tutela le opere sono vincolate e senza l’autorizzazione del Ministero non si possono vendere. Nella seconda metà degli anni Ottanta, la Banca aveva acquistato in modo continuo importanti capolavori d’arte di scuola senese seguendo una linea ben precisa: evitare la “fuga” di dipinti o sculture dal territorio senese e riportare a Siena opere che erano, per motivi diversi, ormai “emigrate” fuori dai confini della città. Ma fra gli impegni assunti dall’istituto con la Commissione europea nel piano di ristrutturazione resta l’uscita dello Stato dal capitale della banca, un tetto per i compensi dei manager che non potranno superare di dieci volte quello del dipendente medio,, la cessione di immobili per 500 milioni di euro, la chiusura delle filiali di New York, Londra e Hon Kong, la cessione di controllate estere e partecipate non strategiche.

La banca potrebbe trovarsi nella condizione di incrementare i livelli di copertura di crediti deteriorati qualora andassero in porto le indicazioni della Bce diffuse a inizio ottobre e che prevedono che i crediti che saranno qualificati come deteriorati a partire dal 2018 debbano essere totalmente coperti al più tardi entro due anni quelli senza garanzie e entro sette quelli con garanzie.

Sul fronte della cause in corso ammonta a 4,2 miliardi di euro la cifra che Mps rischia di dover risarcire nel caso in cui perdesse tutte le cause – civili, penali e amministrative – pendenti nei suoi confronti. Dei 4,2 miliardi, 3,9 sono relativi allo svolgimento dell’attività ordinaria e 272 milioni alle “cause promosse dagli azionisti nell’ambito degli aumenti di capitale 2008, 2011, 2014 e 2015”.



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