Nuove prospettive di cura della leucemia mieloide: la ricerca è stata realizzata alle Scotte e presentata a San Diego

Di Redazione | 7 Dicembre 2016 alle 17:02

Nuove prospettive di cura della leucemia mieloide: la ricerca è stata realizzata alle Scotte e presentata a San Diego

La ricerca sull’identificazione di cellule staminali leucemiche nel sangue di pazienti con leucemia mieloide cronica è stata realizzata al policlinico delle Scotte di Siena e presentata a San Diego

Una ricerca basata sull’identificazione delle cellule staminali leucemiche nel sangue dei pazienti con leucemia mieloide cronica potrebbe aprire nuove prospettive di cura e i risultati preliminari sono stati presentati in anteprima negli Usa.

La ricerca e’ stata interamente realizzata al policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena e illustrata al 58esimo Congresso della Societa’ Americana di Ematologia, che si e’ appena svolto a San Diego. A presentarla Monica Bocchia, direttore dell’Unita’ operativa complessa di ematologia dell’Aou senese: “Si tratta di uno studio innovativo, chiamato Flowers, Flow Cytometry, che consente – spiega in una nota – di misurare le cellule staminali leucemiche circolanti nel sangue periferico dei soggetti con leucemia mieloide cronica”. “La misurazione di queste cellule ‘madri’, che sono responsabili dell’insorgenza della malattia, potrebbe rivelarsi fondamentale per l’impostazione terapeutica, soprattutto nei soggetti che vengono trattati con i farmaci di nuova generazione, in cui e’ fondamentale stabilire in quali pazienti il trattamento puo’ essere sospeso, perche’ potenzialmente guariti”, aggiunge Bocchia.

L’innovazione di questo studio, realizzato anche grazie al supporto di Sienail, la sezione senese dell’Associazione Italiana leucemie e linfomi, e’ rappresentata dal fatto che con questa metodologia le cellule staminali possono essere misurate con un esame del sangue, senza che il paziente sia sottoposto ad indagini piu’ invasive.

“Lo studio e’ stato effettuato nel nostro laboratorio di Citofluorimetria dalle dottoresse Donatella Raspadori e Santina Sirianni, che hanno standardizzato la metodologia e, sino ad ora, hanno studiato campioni di circa 200 pazienti in cura a Siena o provenienti da altri centri ematologici italiani”, precisa Bocchia che conclude sottolineando come “la presentazione dello studio ha suscitato grande interesse, tanto che i responsabili di molti centri ematologici europei hanno chiesto di partecipare allo studio prospettico che, sulla scia dei risultati ottenuti, partira’ a breve”. (ANSA). 



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