Processo Mps, il via a Milano: circa 2500 rispamiatori si ritengono danneggiati

Di Redazione | 15 Dicembre 2016 alle 16:25

Processo Mps, il via a Milano: circa 2500 rispamiatori si ritengono danneggiati

Processo agli ex vertici Mps: oggi la partenza

Sono circa 2.500 i risparmiatori che hanno investito in azioni Mps e che questa mattina si sono presentati nell’aula del processo milanese a carico degli ex vertici dell’istituto di credito senese. Tutte persone che si ritengono danneggiate dalle operazioni finanziarie realizzate da Rocca Salimbeni tra il 2008 e 2012 e che ora pretendono un risarcimento del danno. La metà del gruppo – circa 1.300 risparmiatori – si erano già costituite come parti civili durante l’udienza preliminare. Ma il loro numero sembrerebbe destinato a raddoppiare: oggi, alla prima udienza del processo milanese, sono arrivate circa altre 1.200 richieste di costituzione di parte civile da parte di altrettanti risparmiatori convinti di essere stati beffati dalle condotte dell’ex presidente Giuseppe Mussari e delle altre 12 persone imputate a vario titolo per diverse ipotesi di reato: falso in bilancio, aggiotaggio, ostacolo all’autorità di vigilanza di Consob e Bankitalia e falso in prospetto. La parola passa ora ai giudici della seconda sezione penale: il loro verdetto sulle richieste di costituzione di parte civili è atteso per la prossima udienza ancora da fissare. Arriverà invece nel pomeriggio di oggi la decisione del Tribunale sulla richiesta avanzata dagli stessi risparmiatori di citare come responsabili civili le tre banche coinvolte nella vicenda: non solo Mps, che ha patteggiato la pena attraverso il pagamento di una sanzione pecuniaria da 600 mila euro e la confisca 10 milioni di euro, ma anche la giapponese Numura e la tedesca Deutsche Bank, ancora sotto processo ai sensi della legge 231 sulla responsabilità amministrativa di società per reati commessi dai propri dipendenti. Se l’istanza verrà accolta (il verdetto è atteso dopo le 13.30) le tre banche saranno costrette a versare un risarcimento economico a favore dei risparmiatori danneggiati. A meno che il processo milanese non si concluda con una sentenza di assoluzione per i manager imputati.

Bankitalia e Consob “siano escluse dalle parti civili” del processo che inizia oggi a Milano a carico dell’ex presidente di Mps Giuseppe Mussari e di altre 12 persone per una serie di operazioni realizzate dall’istituto senese per coprire le perdite provocate dall’acquisto di Antonveneta. E’ quanto chiedono alcuni degli avvocati difesori dei risparmiatori poco prima che nell’aula della seconda sezione penale inizi il procedimento. Paolo Emilio Falaschi, avvocato di Siena, che rappresenta un’ottantina di risparmiatori, non usa mezzi termini: “Oggi -annuncia- chiederò al Tribunale l’esclusione dalle parti civili di Bankitalia e Consob perchè, quando autorizzarono l’acquisto di Antonveneta da parte di Mps, sapevano che il prezzo non sarebbe stato di 9 miliardi ma che sarebbe lievitato per la restituzione agli olandesi di Antonveneta di un prezzo iniziale di 7,5 miliardi lievitato poi a 17 mld”. Per il legale è da attribuire a “loro il peccato originale del disastro di Mps. E non lo dico io ma una relazione della Guardia di  Finanza”. Dura anche la posizione dell’avvocato Sergio Calvetti, che rappresenta circa 450 risparmiatori che chiederà ai giudici la citazione di responsabili civili a carico di Deutsche Bank, Nomura e della stessa Mps.  A giudizio davanti ai giudici di Milano figurano anche l’ex direttore generale di Mps Antonio Vigni, Daniele Pirondini ex direttore finanziario, Gian Luca Baldassarri ex responsabile dell’area Finanza e Marco Di Santo, all’epoca dei fatti responsabile Alm (Asset lliabilities management e capital management) all’interno dell’area Tesoreria e Capital management, della banca senese. A processo anche sei tra manager ed ex manager di Deutsche Bank e due di Nomura. Oltre le persone fisiche, infatti, il processo coinvolge anche le società Deutsche Bank Ag London Branch, Deutsche Bank Ad e Nomura International Plc, indagate per la legge 231 sulla responsabilità amministrativa degli enti. Al centro dell’inchiesta, trasmessa da Siena a Milano per competenza territoriale, ci sono presunte irregolarità in alcune operazioni come i derivati Alexandria, Santorini, il Fresh 2008 e le operazioni immobiliari denominate Chianti Classico. I reati ipotizzati nei confronti degli indagati sono, a vario titolo, manipolazione del mercato, falso in bilancio, falso in prospetto e ostacolo all’autorità di vigilanza.



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