Processo Vecchi-Tognazzi, Civati tuona contro il Tribunale: "Attacco deliberato alla liberta' di stampa"

Di Redazione | 28 Febbraio 2017 alle 16:35

Processo Vecchi-Tognazzi, Civati tuona contro il Tribunale: "Attacco deliberato alla liberta' di stampa"

Interrogazione urgente al Ministero della Giustizia dei deputati di Possibile

“Abbiamo deciso di preparare un’interrogazione urgente al Ministro della Giustizia su quanto sta accadendo nella procura di Siena nel corso del processo per la presunta divulgazione di materiale su Monte dei Paschi di Siena. Durante la terza udienza del processo a carico della vedova di David Rossi, Antonella Tognazzi, e del giornalisti del Fatto Quotidiano Davide Vecchi, il pm ha chiesto infatti al giornalista Augusto Mattioli, chiamato come teste, di rivelare una fonte. Mattioli si e’ rifiutato appellandosi alla norma che tutela il segreto professionale e per tutta risposta il pm ha verbalizzato che il giornalista, essendo pubblicista, non puo’ avvalersi di questa tutela obbligandolo a rivelare la fonte. A questo si aggiunga che il processo e’ stato vietato alle telecamere con la risibile motivazione che si tratterebbe di ‘un processo privato'”. Lo dichiarano in una nota i deputati di Possibile Pippo Civati e Andrea Maestri.

“Parliamo di un processo penale avviato d’ufficio dalla procura senza alcuna querela di parte ne’ parti civili: e’ un processo che non puo’ svolgersi a porte chiuse e senza che i giornalisti possano raccontare quanto viene discusso. Si tratterebbe di un precedente gravissimo e di un attacco deliberato alla liberta’ di stampa. Nessuna querela di parte, ne’ parte civile, ne’ parte lesa: e’ un processo d’ufficio di due specifici pm per ritorsioni nei confronti della stampa ( Il Fatto Quotidiano) che ha rivelato a partire dal 2013 tutte le vicende legate a Mps, sottolineando che a oggi non e’ stato individuato alcun responsabile, ne’ per la tragica scomparsa della banca ne’ per quella del suo manager David Rossi. Gli unici a processi sono la vedova di Rossi e un giornalista. Quanto e’ accaduto a Siena lede quindi il diritto dei cittadini ad essere informati: la questione era stata recentemente regolata nel senso del pieno riconoscimento del segreto professionale ai pubblicisti da una sentenza della Corte d’Appello di Caltanissetta, di cui proprio in questi giorni e’ stata resa nota la motivazione. In virtu’ della rilevanza del processo e dei temi che vengono trattati, crediamo sia necessario che il Ministro risponda quanto prima sulle modalita’ discutibili e persecutorie di questo processo”, concludono.



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