Rete Antifascista sullo Ius Soli

Di Redazione | 17 Giugno 2017 alle 23:38

Rete Antifascista sullo Ius Soli

Rete Antifascista: “Lo Ius soli temperato che disturba anacronistici difensori di disvalori monolitici”

Rete Antifascista interviene sulla legge sullo Ius soli in discussione in questi giorni al senato, vista anche la presenza a Siena di un banchetto di Forza Nuova per la raccolta firme contro lo Ius Soli e per lo Ius sanguinis.

“Per comprendere meglio l’arretratezza socio-culturale in cui versa l’Italia, sarebbe sufficiente prendere spunto dal Senato della Repubblica, in cui la discussione relativa ad una tardiva e moderata legge sullo Ius soli si è ridotta ad uno scontro strumentale e scomposto tra schieramenti politici la cui differenza sostanziale è ormai impercettibile. Oppure dagli immancabili neofascisti, che con la lucidità che li contraddistingue si scagliano in difesa del “millenario Ius Sanguinis” e contro quella che definiscono una “sostituzione etnica”. Troppo facile contrastare questi relitti sconfitti dalla storia, che oltretutto domani tenteranno una improbabile raccolta firme nella nostra città. Sono il perfetto antidoto di se stessi.

La battaglia contro lo Ius soli che li vede, come spesso accade ultimamente, agire in sintonia con la Lega Nord, è fondamentalmente una aberrazione antistorica. Sorvolando sul fatto che quello di italiani è un concetto tutt’altro che monolitico. I difensori dell’italianità ignorano che in Italia esiste già lo Ius soli. Anche se, nella sua formula attuale, rappresenta una palese discriminazione. Chi è nato in italia da genitori stranieri e vi ha vissuto regolarmente, può ottenere la cittadinanza italiana solamente al 18° anno di età.

La legge in discussione attualmente, il cosiddetto “Ius soli temperato”, prevede un percorso allineato con il resto dell’Europa di 5 anni. Viene introdotto anche il cosiddetto “Ius culturae” che prevede la concessione della cittadinanza al minore che ha frequentato almeno 5 anni di scuola in Italia. Quindi, oltretutto, non si sta discutendo dell’introduzione di una nuova fonte di diritto, ma di un adeguamento temporale a ciò che esiste. Un provvedimento a cui Lega Nord e neofascisti si stanno opponendo non per motivi ideologici ma per calcolo elettorale e questioni di agibilità politica.

Fin quando la questione della cittadinanza taglia in modo netto una società, la paura nei confronti dello straniero e la difesa di presunte radici culturali autoctone, sono funzionali a strategie di ricerca del consenso. Ma se la cittadinanza diventa diritto universale, l’estrema destra sarebbe costretta a trovare nuovi elementi di esclusione, per sopravvivere, ad esempio la questione etnica. Quindi togliere l’alibi della cittadinanza all’estrema destra li svela per quello che sono: movimenti xenofobi e razzisti. E non vale più il silenzio complice di chi in queste ore si sta astenendo per miopi calcoli elettorali”.



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