Fuggono senza pagare la ricarica Poste Pay, denuncia per truffa

Di Redazione | 26 Febbraio 2016 alle 11:23

Fuggono senza pagare la ricarica Poste Pay, denuncia per truffa

Dice di aver lasciato in auto i soldi per la ricarica Poste Pay e si dà alla fuga

Ha chiesto di fare una ricarica su una scheda Poste Pay, ma una volta effettuata l’operazione ha detto di aver dimenticato il denaro in auto. La proprietaria della tabaccheria, insospettita, l’ha accompagnato, ma l’uomo, che aveva un complice alla guida, è salito sulla macchina e si è dato alla fuga.

La donna però aveva preso il numero di targa e il proprietario della Poste Pay aveva dimenticato sul bancone della tabaccheria la tessera sanitaria. I carabinieri hanno così identificato i due soggetti, un poggibonsese e uno straniero entrambi residenti in Valdelsa, nei confronti dei quali è scattata la denuncia per truffa.

Non è ben chiaro se il tutto sia stato preordinato o se semplicemente l’opportunità abbia creato un’irresistibile tentazione. Perché alle volte sono le circostanze che conducono l’uomo e non viceversa. Qualche giorno fa, uno straniero si presenta in una tabaccheria di Poggibonsi e richiede l’effettuazione di una ricarica da 450 euro su una scheda Poste pay. Lo si può fare pagando una commissione di due euro all’esercizio pubblico.

La signora sbaglia la procedura ed effettua la ricarica prima che il cliente abbia versato il dovuto. Lo straniero sostiene a questo punto di aver dimenticato il portafogli in macchina, la signora vorrebbe non farlo uscire ma, non potendolo prendere in ostaggio sino ad avvenuto pagamento, deve fidarsi. Lo segue però fuori dalla tabaccheria.

L’uomo con passo normale raggiunge un’auto di grossa cilindrata, dove lo attende un altro uomo in posizione di guida. Fa finta di rovistare nell’auto, poi salta dentro la stessa, un attimo prima che l’autovettura parta di scatto ad altissima velocità, condotta dal socio. Evidentemente un breve conciliabolo li aveva messi d’accordo.

Decisamente incollerita la donna fa rientro nell’esercizio pubblico e per dono del destino scopre, che lo sgradito interlocutore aveva lasciato sul bancone la propria tessera sanitaria. Alla chiusura della tabaccheria, a dir poco arrabbiata, la donna corre dai Carabinieri. I militari dell’Arma l’ascoltano e valutano come procedere. Se non è truffa è appropriazione indebita. L’impressione è che le persone da indagare abbiano  semplicemente approfittato delle circostanze favorevoli, per poter poi sostenere magari, di aver pagato in contanti.

Di sicuro la videosorveglianza interna immortala l’insolvente nelle proprie  chiare sembianze e chiarisce la circostanza che egli non abbia pagato. Siamo poi molto distanti dal furto perfetto, perché lasciare un documento di riconoscimento sul luogo del delitto non costituisce il massimo dell’astuzia. Ma perché scappare via velocemente col socio alla guida? Erano d’accordo? Probabilmente l’accordo è stato trovato avvenimenti durante. Se quella tabaccheria non avesse avuto un impianto di riprese video, i due avrebbero potuto passarla liscia.

Comunque, per non lasciare niente al caso, tramite l’amministrazione delle Poste, i Carabinieri scoprono che quella scheda Poste Pay è intestata all’autista e proprietario dell’auto di grossa cilindrata, della quale la signora aveva preso la targa. Ancora pochi accertamenti riservati e i due soggetti sono identificati. Più chiaro di così. Sui due profittatori delle circostanze grava ora una denuncia per truffa. Saranno poi gli sviluppi successivi imposti dalla Procura della Repubblica a chiarire la genesi e lo sviluppo di un reato predatorio strano e mal realizzato. Di sicuro le identità  dei due personaggi sono state ricostruite. Può essere anche che, in tempi di crisi, ci si debba arrabattare in qualche modo e che la cavalleria nei confronti delle signore non sia più di moda, ma ai due nuovi clienti dell’Arma un premio per la furbizia non si potrà certo accreditare.



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