Soundreef Mens Sana, coach Griccioli: “Tempo, lavoro e sacrificio per una Siena imprevedibile e divertente”

Di Redazione | 4 Agosto 2017 alle 17:42

Soundreef Mens Sana, coach Griccioli: “Tempo, lavoro e sacrificio per una Siena imprevedibile e divertente”

Giulio Griccioli  soddisfatto del gruppo

In mezzo a tanti volti nuovi, sul parquet come dietro alla scrivania, uno dei punti fermi in casa Soundreef Mens Sana è Giulio Griccioli. Il coach senese, che l’anno scorso è tornato nella sua città natale da capo allenatore dopo aver guidato Scafati (eletto allenatore dell’anno dopo la prima stagione), Casale Monferrato e Capo d’Orlando, si appresta a vivere la sua seconda annata in biancoverde.

L’entusiasmo, quando è ormai partito il conto alla rovescia per il raduno che inizierà dopo Ferragosto, è ovviamente alle stelle: «Inizia una nuova avventura e un nuovo percorso non solo tecnico ma che finora ha riguardato anche la trasformazione del club rispetto alla scorsa stagione» spiega Griccioli.

“Passione per sempre” è lo slogan scelto dalla Soundreef Mens Sana per la campagna abbonamenti 2017/2018 al via dal 17 Agosto e in quanto a entusiasmo e passione il coach non fa eccezione. «Il mio lavoro vive sempre su questo. Da parte mia c’è tanta voglia di ricominciare e di iniziare a lavorare con la squadra e con i ragazzi che ho sentito carichi e molto contenti della nostra chiamata» assicura.

Il roster è completo: soddisfatto del gruppo a disposizione?

«È stato fatto un grande sforzo, grazie alla nuova proprietà, da parte di tutto il management che con grande competenza ha messo a segno colpi importanti. So che ora il mio compito sarà lungo e difficile perché dovremo lavorare per trovare un equilibrio: si è puntato sulla composizione di una squadra affinché fosse il più possibile divertente e veloce, con giocatori che possono ricoprire più ruoli e rendere la Mens Sana imprevedibile. La squadra dovrà poter giocare in tanti modi diversi e cambiare volto di partita in partita pur mantenendo un certo equilibrio».

Come si costruisce questo equilibrio?

«Per fare tutte queste cose serve del tempo per conoscersi e per perfezionare anche dei ruoli particolari dei giocatori che possono creare grossi vantaggi per noi a discapito degli avversari. Come sempre tutto questo passa dal sacrificio, dalla disponibilità dei giocatori e da una mentalità improntata su questo nuovo entusiasmo che dovremo costruire insieme al club. Il reclutamento dei giocatori è stato fatto anche in base alle loro esperienze pregresse in modo da avere massima disponibilità per far partire questo progetto nel miglior modo possibile».

Sarà una Mens Sana imprevedibile e anche divertente, come sottolineato più volte dal presidente Bagatta?

«Le premesse ci sono tutte. Giocare a basket è divertente di per sé: ai miei giocatori dico sempre che il nostro è un lavoro basato sulla passione e sul divertirsi a giocare e a faticare insieme per dare spettacolo. Poi, lo ripeto, ci vorrà tanto sudore e tanta disponibilità da parte di tutti ma l’obiettivo è di creare entusiasmo con il nostro modo di essere e di interpretare la pallacanestro».

Quanto è importante in questo senso lo staff tecnico di grande esperienza su cui può contare la Mens Sana?

«Il fatto che siano rimasti i miei due collaboratori principali in panchina è senz’altro un aspetto importante: conosciamo i nostri pregi e i nostri difetti e questo ci aiuterà nel lavoro da fare. Poi avere anche una parte della squadra dello scorso anno è un altro punto dal quale partire per trasferire ai nuovi non solo suggerimenti tecnici ma anche attitudini comportamentali e un’etica del lavoro».

Un altro aiuto importante da dove può arrivare?

«Tutto il club è importante perché l’allenatore ha forza e autorevolezza nei confronti della squadra se la società è unita, decisa e ha una linea da seguire come adesso. Lo staff non è solo chi lavora sul campo ma sono tutte le persone che gravitano intorno alla squadra e l’aiutano a tirare fuori il meglio di sé. E poi a Siena c’è anche la componente del tifo che è un altro elemento a nostro vantaggio».

Passiamo ai volti nuovi in campo. Sono arrivati in biancoverde Simonovic, Turner e Ebanks: il tuo giudizio?

«Simonovic è un obiettivo a medio-lungo termine della società: è un giocatore che ha delle prerogative fisiche e tecniche che lasciano intravedere per lui un futuro importante. È uno dei giovani sui quali il club ha investito e sui quali dovremo fare un lavoro speciale per renderli prima possibile incisivi nel gioco. Dai due americani ovviamente ci aspettiamo molto. Turner ha grande esperienza in serie A e soprattutto in Italia e questo è importante perché azzera le difficoltà di inserimento. Ebanks invece non è mai uscito dal continente americano, ha un passato in NBA importante e tutto passa dalla sua voglia di mettersi in gioco in Europa in una categoria e in un livello che non è l’NBA. Il loro tasso tecnico non si discute ma dovranno lavorare perché in campo saranno osservati speciali soprattutto dagli avversari che non faranno sconti. Il percorso di inserimento dei nuovi sarà comunque agevolato dallo zoccolo duro della scorsa stagione. Avere ragazzi che hanno già vissuto la Mens Sana come Cappelletti, Saccaggi, Masciarelli e Vildera oltre che garantire continuità tecnica aiuterà i nuovi a entrare nei nostri meccanismi».

Si discute molto del ruolo di Ebanks: può adattarsi a fare il 5 in Italia?

«Abbiamo scommesso molto sulla sua versatilità in campo e dunque sarà solo il tempo a dirlo con certezza. Dovremo essere bravi a sfruttare le sue caratteristiche e le sue doti realizzative chiedendogli qualche sacrificio extra per rimbalzi o difese importanti che comunque ha nel suo bagaglio tecnico».

Restando sempre in tema di nuovi arrivati con Casella, Sandri e Lestini la Mens Sana avrà una bella batteria di tiratori da tre. Il gioco perimetrale sarà un’arma in più da sfruttare?

«Sulla carta da questo punto di vista difficilmente potremo essere sfidati. Dovremo essere bravi in attacco a sfruttare questa caratteristica per trovare spazi per conclusioni ad alta percentuale. Il nostro compito sarà di sfruttare al meglio questo mix di atletismo e tecnica senza affidarsi troppo a un singolo aspetto di forza che se utilizzato troppo può trasformarsi in debolezza».

Il girone Ovest di serie A2 come ti sembra rispetto all’anno scorso?

«Ancora è difficile dare un giudizio perché ci sono squadre che non hanno ancora completato il roster e altre che si sono rinnovate. I valori si vedranno verso la fine del girone di andata quando di solito iniziano a delinearsi. Rispetto all’anno scorso comunque a mio parere il livello medio si è alzato ulteriormente. Molti club hanno investito su giocatori di esperienza e ci sarà da lottare con le unghie e con i denti per fare risultato».



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