Tentato suicidio a Petriolo, la versione dell'eroe per caso: "Ecco come è andata"

Di Redazione | 14 Luglio 2016 alle 16:58

Tentato suicidio a Petriolo, la versione dell'eroe per caso: "Ecco come è andata"

Il racconto del salvataggio sul Ponte di Petriolo

Eroe per caso: così si può intitolare la storia di un ragazzo senese che, assieme alla fidanzata, ieri notte ha salvato un uomo di 40 anni dal suicidio sul Ponte di Petriolo, luogo tristemente famoso per gesti del genere. Una storia a lieto fine, segnalata da un comunicato della Questura di Siena, e che la redazione di Radio Siena Tv ha ricostruito attraverso il racconto del diretto interessato, che, con grande umiltà, preferisce rimanere anonimo, nonostante il grande coraggio e la grande determinazione dimostrati. Il senese, assieme alla fidanzata, stava rientrando ieri notte da una cena a Grosseto. “Passando dal Ponte di Petriolo – ci ha detto – abbiamo visto una macchina ferma con le quattro frecce e ci siamo avvicinati e fermati per capire se ci fosse stato un gusto o un piccolo incidente. Arrivati alla macchina ci siamo accorti che questa era vuota e chiusa, per cui la mia fidanzata ha subito contattato il 113, mentre io, indossato il giubbetto catarifrangente, mi sono incamminato lungo il ponte, intuendo che ci fosse qualche problema.  All’inizio non ho scorto nessuno e subito pensato al peggio, poi alzando la testa, non più di cinque metri oltre la macchina, ho scorto un’ombra e sentito una voce. ‘Sono qua, ho fatto una caz…’ ha detto”. Con grande volontà il giovane si è avvicinato all’uomo, un quarantenne originario di Firenze.

“Diciamo che ho fatto quello che si vede nei film – ha raccontato a Radio Siena Tv – mi sono avvicinato e ho cominciato a rassicurarlo e a dire ‘lascia stare, non farlo, stai tranquillo’. L’uomo era in preda al panico e poco lucido, ma mi ha subito detto ‘voglio tornare indietro, ho fatto una cavolata’. Il problema è che era già oltre il guard rail e la rete di sicurezza del ponte, quindi non riusciva  a tornare indietro sulla carreggiata”. Paradossalmente quelli strumenti che servono per la sicurezza stradale gli stavano impedendo di tornare alla vita. “Per cui – ha continuato il giovane senese -, in sicurezza, mi sono esposto e gli ho detto la mano destra, ma la cosa continuava ad essere problematica. Per cui mi sono aggrappato alla sua cintura e con sforzo e il suo aiuto sono riuscito a riportarlo dalla mia parte. Mi è quasi caduto addosso, ma siamo riusciti nell’intento”.

“L’uomo era sudato e in preda al panico – ha aggiunto il giovane senese – ma si rendeva conto di aver fatto una cavolata, me lo ha ripetuto più volte. Gli abbiamo offerto aiuto, acqua e anche una sigaretta e si è un po’ tranquillizzato. Nel frattempo la mia fidanzata era in contatto con il 113. L’uomo è voluto ripartire con la propria auto, ha detto di voler tornare subito a casa e di essersi reso conto di avere fatto una stupidaggine. Ci ha ringraziato tantissimo, noi abbiamo comunicato la targa e il modello dell’auto all’operatore del 113”.

Come sottolinea il comunicato della Questura il 40enne è stato poi fermato a Siena e “identificato e avvicinato dai poliziotti,  ha ammesso di essere partito da casa proprio con l’intenzione di suicidarsi, individuando quel luogo proprio per avere la certezza di farla finita. Alla base dei motivi del gesto quindi sarebbe uno stato di depressione generale, dovuto probabilmente alla solitudine, per cui era anche seguito da uno psicologico. Dopo essersi sincerati delle sue condizioni di salute i poliziotti l’hanno fatto salire a bordo dell’auto di servizio per accompagnarlo sulla Siena Firenze, dove avevano concordato l’incontro con la sorella, poco pratica delle strade della nostra città. Lì l’hanno attesa per circa un’ora finché è arrivata”.

Una storia a lieto fine, una storia di un eroe “per caso”, anzi di una coppia di “eroi” coraggiosa e lucida, capace di salvare una vita.

 



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