Trani, la maxi inchiesta sulle banche verso l'archiviazione: coinvolti anche Mussari, Morelli e Vigni

Di Redazione | 27 Aprile 2018 alle 15:36

Trani, la maxi inchiesta sulle banche verso l'archiviazione: coinvolti anche Mussari, Morelli e Vigni

L’accusa ai principali vertici bancari italiani è di usura bancaria continuata e pluriaggravata: oggi si è tenuta l’udienza di opposizione all’archiviazione dove il Gip si è riservato di decidere

Si chiuderà molto probabilmente con l’archiviazione la maxi inchiesta sulle banche italiane portata avanti dalla Procura di Trani nella persona del pubblico ministero Michele Ruggiero, che nel 2014 scatenò un vero e proprio terremoto rinviando a giudizio i personaggi più in vista del mondo economico-bancario del Belpaese con l’accusa di reato di usura bancaria continuata e pluriaggravata. Dopo 3 anni dai primi avvisi di garanzia, le difese sono riuscite a far cambiare idea a Ruggiero, che ha chiesto infine l’archiviazione: questa mattina al tribunale di Trani si è tenuta l’udienza di opposizione all’archiviazione, dopo che le persone offese si sono opposte alla richiesta della pubblica accusa con conseguente archiviazione del procedimento. Il Gip si è riservato di decidere, ci vorranno alcuni giorni visto il cospicuo numero di personaggi coinvolti.

Sono 63 infatti i soggetti indagati dalla Guardia di Finanza, che spaziano dai vertici di Bnl, Unicredit, Mps, Bpb fino a quelli di Bankitalia (tra cui Luigi Abete, Alessandro Profumo – ai tempi di Unicredit – Giuseppe Mussari, Francesco Caltagirone, Marco Morelli, Antonio Vigni, Fabrizio Saccomanni, l’ex presidente Rai Anna Tarantola). All’udienza, i legali di parte senese erano Enrico De Martino per Vigni, Rabizzi e Turchi, Fabio Pisillo per Mussari, l’ex ministro Paola Severino per Caltagirone. Secondo le tesi della Procura pugliese, i reati di usura da parte degli istituti bancari sarebbero stati compiuti a danno di alcune imprese del luogo, per 42mila euro a favore di Bnl, 1.800 e 9500 euro per Unicredit, e altri 16mila euro a favore di Mps.

“Condotte reiterate in tempi diversi – si legge tra le carte della richiesta di archiviazione – in esecuzione di un medesimo disegno criminoso (consistente nella previsione e volontà di fare conseguire alle banche la maggiore quantità di moneta), adottavano consapevolmente e deliberatamente (in ragione delle – qualifiche apicali e delle corrispondenti competenze tecnico-giuridiche del piú elevato profilo) — nelle rispettive sfere di attribuzioni — determinazioni amministrative (nelle rispettive sfere di attribuzioni — determinazioni amministrative (Istruzioni, Circolari, Note, la Banca d’Italia; Decreti ministeriali, il Ministero del Tesoro) in contrasto/ violazione della legge in materia di usura) così consapevolmente fornendo un contributo morale necessario – ai fatti- reato di usura materialmente commessi dalle Banche”.

Claudio Coli



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