Tutti contro Renzi: lo attacca anche Susanna Cenni

Di Redazione | 6 Marzo 2018 alle 13:42

Tutti contro Renzi: lo attacca anche Susanna Cenni

La deputata senese appena rieletta: “Riconosca la sconfitta con nettezza e torni nelle fabbriche, nei mercati, chieda perchè i giovani non ci votano”

Dopo il coordinatore provinciale Andrea Valenti (LEGGI QUI:https://www.radiosienatv.it/valenti-inconcepibili-le-dimissioni-sospese-di-renzi/) anche la deputata appena rieletta Susanna Cenni affida a facebook il commento dei risultati elettorali del Pd, prendendo posizione contro Renzi, accusato di non essersi accollato pienamente la responsabilità della sconfitta. Troppe le cose lasciate per strada e trascurate dal partito, bisogna ripartire dalle fabbriche, dai mercati, dai giovani. Serve un bagno di umiltà:

“Intanto grazie a tante persone, a chi mi ha proposta, sostenuta, accompagnata – scrive – A partire da Andrea Valenti, Maurizio Pelosi, l’esecutivo provinciale, il partito di Poggibonsi, della Valdelsa, le donne, gli amministratori, i compagni della provincia di Pisa, gi agricoltori che mi hanno aperto le porte delle loro aziende per parlare con altri agricoltori. Martina Borgogni, che ho fatto correre tanto, Fabrizio, che mi accompagnato spesso in macchina nelle migliaia di Km che ho percorso, Chiara Scarfiello e sa lei perché”

“Cerco sempre di pesare molto le parole, di farle nascere dal pensiero, di far rappresentare loro, al meglio, il mio sentire…ed e per questo che non avevo ancora scritto niente su questo voto. Come dire ciò che provo…ciò che ho pensato nelle lunghe ore di ascolto, di attesa dei risultati nella notte tra il 4 e il 5 marzo assieme ai compagni di Poggibonsi. Certo c’è innegabilmente la soddisfazione per elezione nel collegio, nel territorio, il grande sostegno di uomini, donne, amministratori, dirigenti di base che mi hanno aiutata e supportata in queste settimane di strada e di incontri, soddisfazione anche per quelle centinaia di voti “personali”, ma difficile, impossibile, gioire in un contesto in cui le macerie del risultato del Pd sono innegabili. Una sconfitta disastrosa, generalizzata, nazionale, ovunque. La caduta, uno dopo l’altro, dei seggi “blindati” di Toscana ed Emilia, il lievitare del consenso alla Lega di Salvini, l’esplosione del M5S. Tutto ciò che abbiamo temuto è avvenuto: la vittoria dei populismi e della destra, l’esplosione e la probabile irrilevanza della sinistra tutta. Ma quando perdi la colpa non è degli altri, devi chiederti cosa hai sbagliato. Salvini si candida alla premiership, Di Maio anche. In parte lo temevamo, in parte pensavamo di aver recuperato un distacco del nostro elettorato. Ma i numeri sono freddi ed implacabili. E la governabilità di questo Paese torna ad essere impraticabile attraverso i risultati. E di fronte ai numeri…si prende atto, si riconosce una sconfitta clamorosa e si cerca di capire quali errori ci hanno portato li. Lo si fa con umiltà, dicendo con i fatti..abbiamo capito la lezione con chiarezza. Ripartendo dai cittadini, in modo particolare da quelli con cui da troppo tempo non ti misuri abbastanza: lavoro, ambiente..quanti mondi abbiamo lasciato andare? Troppi. Sono quei mondi che di norma contribuiscono a definirla la sinistra.E allora non resta che farlo quel bagno. Per quanto mi riguarda nelle prossime settimane faro cio che mi sono impegnata a fare, costruendo le priorità del lavoro parlamentare con i territori che dovrò rappresentare, e si parte”

“Non mi è piaciuta ieri sera la conferenza stampa del Segretario. E lo dico con una consapevolezza chiara, questo risultato viene da lontano e le colpe della sinistra non sono imputabili solo agli ultimi anni. Certo in questi anni ci sono state vittorie importanti come quella alle Europee, ma i segnali sono arrivati, forti e chiari, con le amministrative, con le regionali, con il referendum..e li abbiamo lasciati passare troppo spesso, ignorati, rinviati sempre ad altri. Con un risultato così le dimissioni le comprendo, è un modo per assumersi la responsabilità della sconfitta, ma se ti dimetti lasci ad altri la conduzione di questa fase difficile e delicata. Io avrei preferito altro, riconoscere la sconfitta con nettezza, aprire una fase di discussione vera dentro e fuori a ciò che e rimasto del Pd. Provi a chiamare tutti alle armi, torni nelle fabbriche, dove non mettiamo piede da anni se non per incontrare i titolari, torni nei mercati, dove abbiamo fatto volantinaggi in questi mesi, torni a chiedere ai giovani perché non ci votano più. E si mette in piede un percorso che ci aiuti ad aprire una strada nuova e ad investire della guida un’altra persona. Io spero che si capisca che adesso fuori ci sono macerie e che c’è da ricostruire una prospettiva di centrosinistra per l’Italia. Dividere le macerie rimaste servirebbe davvero a poco”



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