Valentini: "Tremonti in Commissione banche, ascoltata la mia esortazione”

Di Redazione | 7 Dicembre 2017 alle 15:25

Valentini: "Tremonti in Commissione banche, ascoltata la mia esortazione”

“Auspico emerga la verità sulle enormi responsabilità del ministero sulle disastrose scelte della Fondazione”

Il sindaco Bruno Valentini ha commentato la notizia della convocazione dell’ex Ministro Giulio Tremonti da parte della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario. Proprio per questi motivi, tra Tremonti e Valentini era nata nei giorni scorsi una schermaglia dialettica a mezzo stampa:

“Auspico che emerga tutta la verità sulle enormi responsabilità del Ministero sulle scelte disastrose fatte dalla Fondazione MPS – ha affermato il primo cittadini – Tremonti aveva dichiarato che se nel 2011 il Ministero aveva autorizzato la Fondazione MPS a svenarsi contro ogni regola ed ogni logica, lo aveva fatto a sua insaputa. In altre parole, l’autorizzazione all’harakiri concessa alla più importante Fondazione bancaria d’Italia era roba da funzionari mica da Ministri. In realtà sin dal primo trimestre del 2011, quando iniziò a farsi strada l’ipotesi di un nuovo aumento di capitale da parte della Banca, la Deputazione Amministratrice cominciò una fitta interlocuzione con il MEF per avere un’autorizzazione di massima preventiva per il ricorso all’indebitamento. Il 21 aprile la Deputazione Amministratrice deliberò di sottoporre l’incauto indebitamento alla comunicazione preventiva al MEF ed in tale occasione il presidente Mancini espresse formale gratitudine nei confronti dei vertici del MEF per la collaborazione fornita. Il 24 maggio il presidente Mancini riferì alla DA di un incontro che avrebbe tenuto nel pomeriggio presso il MEF, in merito alla richiesta avanzata dalla Fondazione di partecipare all’Aumento di capitale della Banca. Due giorni dopo, il 26 maggio, il MEF rispose positivamente, pur ravvisando che aumentava la concentrazione del rischio nella Banca e che sulla gestione sarebbe gravato il forte indebitamento. Tutti temi, questi, che hanno indotto i nuovi vertici della Fondazione a promuovere azioni di responsabilità e di risarcimento del danno nei confronti dei membri della Deputazione Amministratrice e del Provveditore allora in carica, nonché nei confronti di tutte le banche a vario titolo coinvolte nell’operazione, perché mediante la stipula del finanziamento furono violate le soglie di indebitamento massimo previste dallo Statuto.

A seguito dell’azione promossa dalla Fondazione, il MEF risulta fra i chiamati in causa da parte di alcuni dei soggetti convenuti in giudizio. Aggiungo, infine, che l’ex ministro Tremonti non avrebbe dovuto scandalizzarsi se ritenevo opportuno che la Commissione di inchiesta su MPS lo sentisse, perché, come riportò il Corriere della Sera in data 4 marzo 2014, è già “stato sentito come persona informata sui fatti” dai magistrati di Siena in quanto “i pm in particolare vogliono approfondire come la Fondazione sia stata autorizzata a sottoscrivere 490 milioni di obbligazioni Fresh nel 2008: l’ente, non disponendo di liquidità, scelse di sottoscrivere dei titoli derivati, cosiddetti Tror, di fatto prendendo a prestito il capitale ma rimanendo esposto alle oscillazioni di valore del Fresh stesso”. Eppure mi aveva risposto a mezzo stampa contestando che sulle operazioni del 2008 non aveva niente da dire. Ma allora cosa ha risposto ai magistrati? E cosa dirà ora alla Commissione parlamentare di inchiesta, soprattutto per quanto riguarda l’autorizzazione del MEF alla Fondazione MPS sull’aumento di capitale della Banca nel 2011?”.



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