Covid, Dei (Asl Tse): "In autunno quarta dose anche per i non fragili"

Il 23% degli ultraottantenni nell'area dell'Asl Toscana Sud Est ha effettuato il richiamo, percentuale al di sopra della media nazionale e regionale

Di Redazione | 17 Giugno 2022 alle 12:30

Il virus SARS- CoV-2 continua a circolare, per questo la Aziende Sanitarie Locali toscane si stanno mobilitando per incentivare la somministrazione del richiamo del vaccino anti-covid alle categorie a cui è rivolto, gli ultraottantenni e i malati fragili. Fare la quarta dose infatti significa affrontare l’estate in serenità e nella nostra area i dati su chi ha effettuato il richiamo sono confortanti.

“I dati sono incoraggianti nella nostra azienda, noi stiamo raggiungendo le 17.500 quarte dosi – conferma Simona Dei direttrice dell’Asl Toscana Sud Est – ma soprattutto quello che conta è andare a vedere la percentuale delle persone che realmente la possono fare. Noi abbiamo una percentuale di ultraottantenni con quarta dose del 23%, che è superiore sia alla percentuale toscana (20%) che a quella nazionale (inferiore al 20%).

Guardando più a lungo la Direttrice fa un quadro dei possibili rischi che corriamo alla fine dell’estate, quando il Covid può diventare più pericoloso, per cui potrebbe essere opportuno allargare la platea dei riceventi della quarta dose e magari con un vaccino cosiddetto di seconda generazione specifico contro la variante Omicron.

“Non mi stupirei se durante l’autunno arrivasse una variante un po’ più patogena ce ci mette in crisi tutti – ha aggiunto -. Secondo me bisogna farci l’idea che in autunno saranno di più le persone a doversi vaccinare con la quarta dose e prepararci ad un periodo in cui il Covid sarà più pericoloso. Ho sentito parlare anche di un vaccino contro Omicron quindi, come succede per tutte le altre malattie infettive virali, che ‘virano’ appunto verso altre varianti, giustamente si preparano dei vaccini che possono rispondere a queste varianti. Il mondo dei vaccini è dinamico per questo, perchè cera sempre di individuare l’arma più utile rispetto a quello che verrà. Ricordiamoci che anche nei confronti dell’influenza il vaccino non è universale, ma ogni anno è diverso in previsione del ceppo che si diffonderà. E così dovremo fare per il Covid”.



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