L'odissea di Samuele: 12 ore in pronto soccorso perchè di notte non c'è ambulanza

Di Redazione | 30 Settembre 2016 alle 19:39

L'odissea di Samuele: 12 ore in pronto soccorso perchè di notte non c'è ambulanza

Nessuna ambulanza di notte per poter lasciare il pronto soccorso

Se c’è una cosa che la maledetta emorragia cerebrale non ha portato via a Samuele è la voglia di vivere e di avere amici. Sono trascorsi sei anni da quando Samuele Scaccini si è sentito male mentre era al lavoro. Aveva 35 anni e quando, dopo molti giorni, si è risvegliato, una parte di lui non ne voleva sapere più di rispondere ai comandi.

Grazie ad una famiglia splendida e a tanti amici, Samuele riesce a fare ancora tantissime cose, ma ogni tanto il “meccanismo si inceppa” ed allora è necessario correre all’ospedale.

E’ successo anche giovedì sera.

“Ho avuto un problema intorno alle 22 – racconta Samuele – e i miei familiari hanno chiamato il 118. Il medico mi ha visitato e, viste le mie condizioni e le medicine che devo prendere, ha ritenuto fosse più sicuro trasportarmi al pronto soccorso. Sono arrivato intorno alle 22,30 e in un’ora e mezzo i medici hanno risolto il problema e mi hanno fatto la lettera di dimissione”.

A quel punto, a mezzanotte, Samuele e i suoi familiari potrebbero andare a casa, e così viene chiamata l’ambulanza. “Non c’era nessun altro modo – spiega.- Io non posso muovermi, ero arrivato in barella e il mio fisico abbondante non mi permette di usare una normale carrozzina. E’ stato allora che abbiamo scoperto che non esistono ambulanze per questo servizio in orario notturno. Ci hanno detto di attendere, e lo abbiamo fatto tutti insieme fino alle 2, poi hanno detto che non sarebbe arrivata l’ambulanza fino alle 8 del mattino e che quindi dovevo dormire al pronto soccorso”.

Samuele è stato sistemato in un lettino stretto e senza protezioni, molto pericoloso per il suo stato. Ma anche alle 8 nessuna traccia dell’ambulanza.

“Dovevo prendere le medicine che avevo a casa – racconta – e non ho fatto nemmeno colazione pensando che l’ambulanza sarebbe arrivata da un momento all’altro. Ed invece….”.

Samuele e i suoi genitori hanno dovuto attendere le 10 per tornare a casa: 12 ore in pronto soccorso perchè per un invalido grave non esiste un modo per essere trasportato nelle ore notturne.



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