Pienza-Trequanda deposito scorie nucleari, sindaci della Val d’Orcia e della Valdichiana contrari

Area Patrimonio mondiale dell’umanità Unesco e ad alta vocazione turistica. I primi cittadini in coro: “Proposta irricevibile e non negoziabile”

Di Redazione | 5 Gennaio 2021 alle 12:41

“Si tratta di una proposta irricevibile e non negoziabile e che non riteniamo di non poter prendere nemmeno in considerazione in un territorio come il nostro patrimonio mondiale dell’umanità Unesco e ad alta vocazione turistica. Una notizia che abbiamo appreso solo questa mattina, improvvisa e inattesa”.

Lo sottolineano all’unanimità i sindaci della Val d’Orcia (Castiglione d’Orcia, Pienza, Montalcino, San Quirico d’Orcia e Radicofani) e della Valdichiana (Trequanda, Sarteano, Chianciano Terme, Chiusi, Cetona, San Casciano dei Bagni, Montepulciano, Sinalunga e Torrita di Siena) sulla proposta prevista dalla Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) pubblicata sul sito della Sogin e che individua Pienza e Trequanda come sito idoneo allo smaltimenti di scorie nucleari. “Ci adopereremo in tutte le sedi opportune, regionali e nazionali, che il confronto democratico consente – conclude Galletti –, attraverso il coinvolgimento dei cittadini e delle nostre imprese, per dire no ad una proposta che ci vede nettamente contrari”.

“Si tratta di una proposta irricevibile e non negoziabile – aggiunge il Sindaco di Trequanda Roberto Machetti – Trequanda lavora da anni sui temi della sostenibilità ambientale, sulla valorizzazione dei prodotti tipici e del turismo rurale. Siamo il primo Comune toscano iscritto nel registro nazionale dei paesaggi rurali storici, in un territorio pieno di attrattive e che valorizza il proprio patrimonio storico, ambientale e culturale, anche attraverso riconoscimenti internazionali. L’inserimento di Trequanda tra i possibili siti della Carta, quindi, è in controtendenza con le scelte operate dalle nostre amministrazioni e dai sentimenti delle nostra comunità. Ci adopereremo in tutte le sedi opportune che il confronto democratico consente attraverso il coinvolgimento dei cittadini e delle nostre imprese, per dire no a una proposta che ci vede nettamente contrari”.

Prendono posizione anche I Consiglieri del Gruppo Consiliare “Uniti si può – Centro Sinistra per Pienza e Monticchiello”: “È di stamani la notizia che Sogin, società di Stato incaricata del decommissioning degli impianti nucleari, ha provveduto, dopo un’attesa lunga sei anni, a pubblicare l’elenco dei luoghi potenzialmente idonei ad ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi italiani – affermano – Sono 7 le regioni italiane giudicate potenzialmente idonee alla costruzione del deposito nazionale delle scorie nucleari e tra queste figura anche la Regione Toscana. Le aree individuate nel territorio regionale sono quelle del Comune di Pienza e di Trequanda nella provincia di Siena e di Campagnatico nella provincia di Grosseto. Il Comune di Pienza è iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO sia per il centro storico della Città che per la sua collocazione in Val d’Orcia, rispettivamente simboli del genio creativo umano, degli ideali di buon governo e di armonia ed equilibrio tra uomo e natura. Non si comprende, dunque, la ragione per cui il nostro Comune compaia tra le aree potenzialmente idonee ad ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi italiani.
Come può Pienza soddisfare i criteri di Ispra e i requisiti delle linee guida della Iaea
(International Atomic Energy Agency)? Tutto ciò appare in evidente contraddizione con
quanto perseguito negli anni dall’Amministrazione Comunale per ciò che riguarda la tutela
e la conservazione del nostro patrimonio storico, artistico e naturalistico e con i valori e gli
ideali dell’intera comunità”.

“Partono da oggi i sessanta giorni di consultazione pubblica con Regioni ed enti locali
finalizzata a presentare osservazioni a Sogin. Confidiamo – concludono – che in questo arco di tempo si facciano i dovuti approfondimenti per chiarire i termini di una questione che appare oggi tutt’altro che definita e ci auguriamo che sul tema si possano trovare compattezza e comunità di intenti”.



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