Processo fronteggiamenti: il giudice vuole una perizia per riconoscere i contradaioli

Di Redazione | 11 Febbraio 2020 alle 18:08

I contradaioli imputati potrebbero essere chiamati in aula per far confermare da un perito la loro presenza sul tufo

E’ ripreso oggi al tribunale di Siena il processo sui fronteggiamenti post Palio dell’Assunta 2015 tra le contrade di Onda, Torre, Nicchio e Montone, che vede a giudizio 31 soggetti con l’accusa di rissa aggravata.

Nel corso dell’udienza sono stati ascoltati nuovi testimoni portati dalle difese: prima Stefano Marini, il priore della Contrada della Selva, vittoriosa il 17 agosto 2015, che ha raccontato gli attimi concitati sul tufo successivi alla Carriera, spiegando che la confusione creatasi aveva inizialmente bloccato il corteo dei contradaioli vittoriosi; dopodichè dal banco dei testimoni hanno parlato due agenti della Polizia Municipale intervenuti in quel frangente per placare gli animi. I due – sottolineando il divieto di portare in piazza strumenti di tipo difensivo, poichè vengono esclusi comportamenti aggressivi da parte dei contradaioli – hanno rimarcato il fatto di come sia bastata la loro presenza per fermare i fronteggiamenti, e che non ci sono stati ulteriori contatti fisici o l’utilizzo di oggetti contundenti. In ultimo, sono stati sentiti due testi, l’ex priore della Chiocciola e Rettore del Magistrato delle Contrade Roberto Martinelli e l’ex priore della Lupa Luca Luchini, sulla ritualità dei fronteggiamenti.

A fine udienza, il giudice Ottavio Mosti si è consultato con le parti, ribadendo ai legali della parte difensiva la volontà di disporre una perizia per il riconoscimento dei contradaioli imputati, alla luce di foto e video prodotti nel corso dell’istruttoria dibattimentale, e dei dubbi sollevati sull’attendibilità delle “fonti confidenziali”: è possibile che questi vengano chiamati in aula per far confermare da un perito la loro presenza sulla pista.

C.C

 



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