Salvini a Suvignano: "Lo Stato è più forte della Mafia. L'azienda sarà modello per il territorio" - FOTO

Di Redazione | 5 Febbraio 2019 alle 16:34

Consegnato il bene all’Ente Terre Regionali Toscane

Il ministro dell’interno Matteo Salvini è oggi alla tenuta di Suvignano (Monteroni d’Arbia) per la consegna della tenuta, sottratta alla Mafia, al direttore dell’Ente Terre Regionali Toscane, Claudio Del Re, per il nuovo progetto di rilancio a favore della comunità e del territorio. Di fronte alla tenuta si è tenuta una conferenza stampa con i protagonisti, al termine del quale è avvenuta la firma sull’accordo di consegna: “Sono felice, è una bellissima giornata – ha detto Salvini – stavolta però eviterò di fare il bagno invernale come l’ultima volta. Mi piace mettere la parole fine a un percorso  che parte da lontano, era il  1995 quando fa fatto il sequestro a un mafioso che possedeva il bene. Ora lo restituiamo al legittimo proprietario, l’azienda sarà punto di riferimento nazionale ed europeo, un modello di gestione del territorio, per l’agricoltura, la produzione di prodotti, il turismo. Deve generare reddito, lavoro, dare equilibrio venatorio, mi piacerebbe che i giovani del luogo venissero a toccare con mano che lo Stato è più forte della Mafia. Gli Enti locali sapranno investire, voglio tornare sicuramente come utente privato nell’agriturismo. Questo clima e panorama mi allontana da polemiche romane”.

L’assessore alla presidenza della Toscana, Vittorio Bugli, ha ben chiaro quello che dovrebbe essere il futuro della tenuta, mentre lo spiega al ministro dell’interno Salvini, “Uno dei beni più importanti confiscati in Italia – ricorda l’assessore – di gran lunga il più grande in Toscana”.

La firma si è svolta nel giardino, oggi baciato dal sole di fianco alla colonica dove da primavera fino alle porte dell’autunno vengono ospitati i turisti. Una trentina i posti a disposizione. La piscina oggi è vuota e senza acqua. Tutt’attorno lo sguardo si gode comunque il verde delle colline dove in estate pascolano le pecore sarde, cavalli, ciuchini e le cinte senesi. A ridosso crescono gli olivi e più lontano i boschi. Decisamente un’oasi di pace, lambita dalla via Francigena che passa poco distante.

Da anni la Regione lavora al progetto di restituire il bene ai cittadini, di farne una simbolo della lotta alle mafie, l’emblema di quello Stato che si oppone alla criminalità organizzata che anche in Toscana sciacqua i propri denari e fa affari. E’ stato un percorso difficile e lungo. Ad un certo momento si è rischiato che l’azienda – oltre settecento ettari di terreni, diciassette casolari e 21 mila metri quadrati tra immobili e magazzini, una chiesetta di fianco all’edificio principale, una villa e una colonica di pregio – fosse messo all’asta. Poi un paio di anni fa la svolta. Bugli ringrazia il lavoro dell’agenzia nazionale per i beni confiscati: il prefetto Sodano che l’ha guidata negli ultimi anni, il prefetto Frattasi che il 19 gennaio gli è succeduto. Ringrazia anche chi ha gestito in questi anni l’azienda.

“Siamo soddisfatti – dice – ma sentiamo anche il peso e l’impegno di dover ora far funzionare questa ricchezza enorme, far sì che la tenuta mantenga i conti in ordine e sia volano per la valorizzazione del territorio, ma diventi appunto anche un simbolo della lotta alla legalità nella nostra Regione. E lo faremo insieme alle amministrazioni locali, di Monteroni d’Arbia e di Murlo, dove la tenuta sorge”.

Per il 2019 la Regione, che gestirà l’azienda attraverso Ente Terre, ha già stanziato in bilancio 800 mila euro. Altre risorse sono previste nel bilancio dei prossimi tre anni. “Serviranno per mettere a punto alcuni fattori produttivi – spiega Bugli – ma anche per ristrutturare la palazzina di fianco alla villa dove vogliamo, da subito, portare scolaresche e creare percorsi di educazione alle legalità”. Il fulcro dell’attività economica rimarrà la produzione agricola e zootecnica e si potranno creare anche alcuni posti di lavoro. L’attivià dell’agriturismo, oggi in grado di accogliere ospiti solo in estate, sarà ulteriormente sviluppata. Ma sarà appunto anche un luogo di cultura e di attività sociali.



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