“Non c’è stato alcun taglio definitivo, ma una rimodulazione temporanea delle risorse, necessaria a garantire una gestione responsabile dei fondi pubblici e fondata sulla reale capacità di spesa delle Province”. Così il vicesindaco Michele Capitani ha risposto durante il Consiglio comunale di ieri, all’interrogazione presentata dal consigliere del gruppo Partito Democratico Alessandro Masi in merito ai tagli governativi alle risorse per la sicurezza delle strade provinciali.
“È importante – ha spiegato Capitani – distinguere i fatti dalla narrazione politica e chiarire, da un lato, gli aspetti tecnici e, dall’altro, la strumentalità di certe polemiche. La misura contestata non è un taglio definitivo, ma una rimodulazione temporanea delle risorse nell’ambito del riassetto del Pnrr, resa necessaria da esigenze di bilancio e razionalizzazione della spesa. Dire che il Governo avrebbe ‘abbandonato’ le Province per finanziare il ponte sullo Stretto è un grave errore: come chiarito dal viceministro Edoardo Rixi alla Commissione ambiente della Camera, le risorse in questione non sono state dirottate su quella infrastruttura, ma riallocate all’interno del Pnrr. Le somme per il ponte sono invece coperte con fondi Fsc (Fondo per lo sviluppo e la coesione) delle amministrazioni centrali.
“Lo stesso viceministro – ha proseguito il vicesindaco – ha ribadito l’attenzione del Governo verso le comunità locali, auspicando una riforma delle Province che ne ripristini la piena rappresentatività. Va ricordato che il meccanismo di verifica della capacità di spesa e dello stanziamento in base a necessità effettive è stato introdotto nel 2022 dal Governo Draghi. E i dati ufficiali del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti parlano chiaro: le Province hanno speso solo il 39% dei fondi nel 2021 e il 28% nel 2022. È proprio per evitare che risorse preziose restino inutilizzate che il Governo ha deciso di riorganizzare gli stanziamenti. È una scelta di buona amministrazione, non di disinteresse. Se oggi l’Italia è promossa dagli osservatori internazionali per la sostenibilità dei conti pubblici, è anche perché si fa attenzione a non gonfiare il debito. E dopo i danni del superbonus 110%, che ha generato un buco da oltre centoventi miliardi per un impatto marginale sul patrimonio edilizio, non possiamo permetterci di ripetere errori. Il Governo ha comunque confermato, nell’incontro del 3 giugno tra il ministro Matteo Salvini e l’Unione Province d’Italia, l’impegno a ripristinare le risorse per il 2025, purché ci sia collaborazione e un’effettiva capacità di spesa. Anche il decreto infrastrutture attualmente in discussione alla Camera andrà in questa direzione. È quindi evidente che la narrazione allarmistica non trova riscontro nella realtà.
“Quanto al Partito Democratico – ha sottolineato Capitani – è curioso che oggi protesti contro gli effetti di una riforma, la Legge Delrio, di cui è responsabile e che ha svuotato le Province, creando i presupposti dell’attuale precarietà: dieci anni di tagli, funzioni ridotte e personale carente. Il Pd, fra il 2011 e il 2022, ha tolto alle Province 3,74 miliardi. Da parte nostra, come amministrazione comunale, abbiamo lavorato con senso di responsabilità, coinvolgendo anche i parlamentari di maggioranza per cercare soluzioni concrete. Non ci interessa fare propaganda, ma agire con spirito istituzionale per il bene dei cittadini. Continueremo a sostenere gli interventi coordinati con Provincia e Anas per garantire la sicurezza sulle grandi direttrici di mobilità: dalla Siena-Firenze alla Cassia, fino al raddoppio della Grosseto-Fano.
In conclusione, respingiamo l’impostazione allarmistica e politicizzata dell’interrogazione, già superata dai fatti. La sicurezza stradale sarà sempre una priorità per la Giunta comunale, ma non ci presteremo mai a operazioni di pura propaganda. Se davvero il Pd o la presidente Carletti volevano un confronto costruttivo con i Comuni, Siena inclusa, avrebbero dovuto coinvolgerli prima di rilasciare dichiarazioni pubbliche. La collaborazione, per essere efficace, va praticata, non solo invocata.
Il consigliere Alessandro Masi (gruppo Partito Democratico) ha replicato: “Le notizie che sono uscite dopo la presentazione dell’interrogazione sicuramente hanno portato al chiarimento di una situazione mai vista: risorse già assegnate che vengono cancellate. Gli uffici avevano già creato gli impegni di spesa, rimasti improvvisamente scoperti a seguito del provvedimento. Se questo è un modo di procedere ragionevole, lo lascio valutare a voi. Al netto delle polemiche, tutti gli schieramenti politici, oltre a Upi, Anci e Ance, in maniera unanime, hanno non solo vivamente protestato, ma richiesto subito un chiarimento al Governo. Il senso dell’interrogazione era quindi rivolto anche a sottolineare il ruolo di Siena come Capoluogo, una prerogativa che non sento mai vostra come Giunta di questa città, ed è una cosa su cui invece insisto ogni volta. Siena ha una responsabilità che va oltre il fatto di essere Comune: c’è un dovere di solidarietà nei confronti di tutti i cittadini del territorio se tanti enti e organizzazioni, a livello nazionale, indipendentemente dal colore politico, hanno chiesto una mobilitazione, da destra a sinistra, contro questo provvedimento davvero straordinario, che travolgeva procedure amministrative e appalti già in corso. Ricordo, oltretutto, che la Provincia di Siena ha sempre ben impiegato tutte le risorse statali assegnate (98%), e comunque gli mancano otto milioni di euro rispetto ai bisogni certificati. Mi sono quindi meravigliato che il Comune non sia stato al fianco della Provincia in questo passaggio: atteggiamento incomprensibile per l’opinione pubblica. Quindi mi considero assolutamente insoddisfatto, e vi ributto la palla: avevo ipotizzato di ritirare questa interrogazione; ma la risposta piccata mi ha fatto capire che ho fatto bene a insistere sugli argomenti di questa interrogazione.