Non ci sono parole parole per raccontare l’evento intitolato “Una marcia in più- Noi oltre il Covid” divenuto un libro che raccoglie le esperienze di ricovero nel reparto covid di alcuni pazienti che hanno attraversato la malattia al policlinico delle Scotte. Una raccolta di testimonianze vissute e raccontate attraverso video testi e un momento dal vivo che è ha portato nell’aula didattica dell’ospedale universitario, una strana energia, una forza inaspettata e un momento di catarsi che ha portato via con se un po’ di fantasmi di quei mesi terribili fatti del rumore incessante dell’ossigeno, delle flebo, degli scafandri e della paura di morire. I racconti dal vivo hanno messo in evidenza le paure che ancora resistono, gli incubi ricorrenti. Una parte degli ex pazienti Covid, vivono una sorta di stress post traumatico: “Si ancora alcuni di loro rivivono attraverso incubi ricorrenti quei momenti – ha detto Andrea Fagiolini responsabile di Psichiatria Universitaria del policlinico senese – esattamente tutti quello che si verifica nello stress post traumatico”.
L’iniziativa, la pubblicazione del libro, le interviste hanno forse in parte allontanato alcune ombre che pesano ancora come macigni.
“Questa iniziativa può certo aiutare a tirare fuori tutti i nodi e i traumi, ma può anche anche chi tende a dimenticare. Se da un lato dimenticare è positivo, ma per altri può essere un problema. C’è chi nega il covid, i decessi, chi dice che è stato tutto inventato e che i camion di Bergamo non erano pieni di bare, queste sono solo considerazioni spicotiche”.