La scuola Penny Wirton nasce da un sogno: insegnare la lingua italiana ai migranti come se parlare, leggere e scrivere fossero acqua, pane e vino. Senza classi, senza voti, senza burocrazie e senza distinzioni.
Cercare sempre l’amicizia, anche nel momento in cui sembra difficile realizzarla, puntando sul contatto diretto e sull’accoglienza. Questo sta alla base dell’idea di scuola dei fondatori Eraldo Affinati e Anna Luce Lenzi che nel weekend hanno incontrato gli studenti del Liceo Piccolomini, del Galilei e del Bandini che fanno parte del progetto con sede a Siena.
Le scuole Penny Wirton – dice Eraldo Affinati – sono scuole di insegnamento gratuito della lingua italiana agli immigrati. La Penny Wirton di Siena è ospitata all’interno dell’istituto Piccolomini. Vedere una ragazza di Siena insegna il verbo essere e avere ad un pakistano appena arrivato ti fa capire l’idea di un’altra scuola e anche di un’altra Italia, un’Italia che si basa sulla qualità della relazione umana”.
Il nome della scuola richiama il titolo di un grande romanzo per ragazzi di Silvio D’Arzo, “Penny Wirton e sua madre”, che ha come protagonista un bambino povero e disprezzato, il quale non ha mai conosciuto suo padre e, dopo una serie di prove, conquista la propria dignità, grazie anche all’aiuto del supplente della scuola del villaggio. Molti studenti della Penny Wirton si trovano in una condizione disagiata, senza genitori o a mille miglia lontani dalla famiglia: per loro e per tutti, adulti compresi, il nome Penny Wirton indica la possibilità di un riscatto.
“La Penny Wirton ci aiuta a calibrare, ricordandoci alcune priorità. Il primo strumento da dare a chi ha bisogno di tutto è la comunicazione”, aggiunge il dirigente scolastico del Piccolomini Federico Frati.
