Basket, Umana San Giobbe sfida Cantù per continuare a sognare la salvezza

E' il primo incontro della storia delle due società in Toscana, coach Bassi: "Piedi ben saldi per terra, perché arriva una squadra di un’altra categoria rispetto a noi"

Di Redazione | 9 Marzo 2024 alle 21:03

Quinta partita della fase ad orologio del campionato di Serie A2 Old Wild West per la San Giobbe che, domenica 10 marzo alle ore 18.00, sfiderà Cantù all’Estra Forum di Chiusi. Sarà il primo incontro della storia delle due società in Toscana, ma non il primo in assoluto. Cantù e San Giobbe si sfidarono infatti a Desio nella fase ad orologio della Serie A2 2021/22. In Lombardia, ad imporsi, furono i padroni di casa per 76-68, ribaltando solo nel quarto quarto il vantaggio accumulato dai Bulls. Dopo due anni, la riedizione del match in programma a Chiusi, vede le squadre affacciarsi sul parquet in maniera diametralmente opposta. Cantù, seconda in classifica nel girone verde, è chiamata al pronto riscatto dopo la sconfitta di misura contro Rimini di pochi giorni fa per il campionato e non solo. I lombardi devono difendere la posizione in graduatoria e arrivare nel miglior modo possibile alla final four di Coppa Italia del weekend del 16 e 17 marzo a Roma. Dall’altra parta, la San Giobbe, ha come imperativo quello di provare a tenere viva la fiammella della speranza per la rincorsa salvezza, pur giocando contro una delle potenze del basket nazionale. La vittoria all’ultimo secondo a Treviglio ha dato morale e due punti preziosissimi ai biancorossi che adesso guardano la diretta concorrente, Orzinuovi, sotto di quattro punti ma con una gara in più da recuperare (la San Giobbe giocherà contro Cremona proprio nel turno di sosta per la Coppa Italia). Partita arbitrata dai signori Pecorella, Maschietto e Marzo; a presentarla il capo allenatore della San Giobbe, Giovanni Bassi.

A Treviglio vittoria importante per il morale e per tenere viva la speranza di salvezza.

“Aver tenuto viva la fiammella per la rincorsa salvezza è l’aspetto più importante. Siamo lì, la salita è durissima e complicatissima ma i ragazzi hanno fatto una partita di grande spessore morale e tecnico”.

Arriva Cantù, una squadra che rappresenta la storia della pallacanestro in Italia. Come si può provare a battere?

“Dobbiamo stare innanzitutto con i piedi ben saldi per terra, perché arriva una squadra di un’altra categoria rispetto a noi. Chiusi-Cantù è quasi un ossimoro, se vogliamo. Detto questo, noi in questo momento dobbiamo provare a dare tutto quello che abbiamo e anche di più. Un possesso alla volta, ma ognuno di questi deve essere il migliore della stagione”.

Tirando un piccolo bilancio qual è l’idea che vi siete fatti dei due gironi?

“Per quanto riguarda le primissime forse il girone verde ha qualcosa in più rispetto al rosso. Nel valore medio e poi medio basso invece il nostro è più complicato”.

Senza dubbio l’innesto di Gaddefors ha dato tanto. Con il senno di poi, fosse arrivato prima, avremmo potuto raccontare qualcosa di diverso per questo finale di stagione?

“Il senno di poi conta praticamente zero. Comunque Viktor è un giocatore di un livello diverso rispetto a questo campionato. Ci ha dato tranquillità, fisicità e sicurezze tecniche che non avevamo”.

Come sta Tilghman che ha giocato da infortunato domenica scorsa a Treviglio?

“Lo stiamo gestendo, ma ci sarà sicuramente”.

In generale la situazione della squadra?

“Rispetto ad altri momenti della stagione stiamo discretamente. Non bastano tutti i dieci anni di carriera da allenatore per pareggiare la quantità di infortuni di questa stagione, ma adesso la squadra sta bene”.

Per la partita di domenica servirà una grande prestazione in campo ma anche apporto dai tifosi.

“Vale per tutta Chiusi. La situazione è dura, praticamente impossibile ma il mantra deve essere ora o mai più”.



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