Maxi truffa alla "Prova a prendermi": rumeno ruba identità a connazionale e lo indebita per 807mila euro

Vittima un 40enne rumeno della Valdelsa: dopo il furto di identità riceve una cartella esattoriale da brividi. Il falsario era giunto in Italia conducendo una vita parallela col suo nome, aprendo anche una ditta. Il malcapitato riesce per fortuna a vincere la battaglia con l'Agenzia delle Entrate ma corre ancora dei rischi

Di Claudio Coli | 26 Marzo 2024 alle 8:45

Un furto di identità avvenuto 20 anni, una vita “parallela” vissuta con il nome di un altro e una cartella esattoriale da far tremare i polsi: è la truffa da film, alla “Prova a prendermi”, che ha visto suo malgrado protagonista il 40enne C.B, cittadino rumeno residente in Valdelsa. L’uomo, per colpa del furto di identità subito da parte di un connazionale nel 2003, ha ricevuto nel 2023 una intimazione di pagamento, atto finalizzato all’esecuzione forzata, da 807mila euro, da parte dell’Agenzia delle Entrate. Tutti debiti a suo carico ma che lui non aveva mai contratto, accumulati invece dal falso lui nel corso degli anni, tra multe ed evasioni fiscali. Per fortuna grazie al lavoro dei suoi difensori, gli avvocati Roberta Parigiani e Ivan Roberto Picci, il malcapitato truffato è riuscito a dimostrare le sue ragioni vincendo il braccio di ferro con l’Agenzia delle Entrate davanti alla Corte di Giustizia Tributaria, e finalmente il debito monstre è stato annullato. Ma potrebbe non essere finita qua.

Una storia che ha dell’incredibile

Tutto è iniziato quando più di 20 anni fa il 40enne C.B perse il suo documento di identità, finito nelle mani sbagliate. Per l’esattezza in quelle di un connazionale che, falsificando il documento – mediante il cambiamento della foto – ottenne il passaporto per giungere in Italia dove aprì illecitamente una ditta individuale nel veronese. Il tutto portando il nome dell’ignaro 40enne residente in Valdelsa. Il falsario per anni ha condotto una autentica vita parallela, tra debiti ed evasione di tasse e imposte sui redditi, facendola franca nonostante processi e denunce.

Una cartella esattoriale da brividi e la battaglia con l’Agenzia delle Entrate

Il culmine viene raggiunto durante l’estate 2023, quando il truffato riceve dall’ex Equitalia di Siena, ovviamente indotta in errore dalla falsa identità, una intimazione di pagamento dai numeri spaventosi: 807mila euro, tutti maturati dal falsario. La vittima, difesa dagli avvocati Parigiani e Picci, ha iniziato una battaglia legale per dimostrare le sue ragioni, prima in via stragiudiziale, poi, viste le resistenze dell’Agenzia delle Entrate, con un ricorso vinto davanti alla Corte di Giustizia Tributaria. Che ha annullato il debito e condannato la controparte a pagare le spese legali.

Potrebbe non essere finita

Il grande pericolo è stato scampato ma c’è il rischio di nuovi episodi: non è da escludere che ulteriori debiti maturati in anni più recenti dal falsario o guai di altra natura possano essere contestati al rumeno residente in Valdelsa, sempre per via della falsa identità. Ad esempio, l’uomo è già stato chiamato a processo per i reati fiscali del suo falso alter ego a Verona, salvo poi essere assolto per via dello scambio di persona. A metterlo in parte al riparo una denuncia penale riguardante tale situazione e la vittoria contro l’Agenzia delle Entrate, ma in ogni caso l’incubo non può dirsi completamente finito.

Claudio Coli

Nato a Siena il 20-07-1990, è iscritto all'ordine dei giornalisti come giornalista pubblicista dal 25 marzo 2013. Ha iniziato a scrivere di sport, in particolare di pallacanestro, seguendo l'epopea della Mens Sana Basket negli anni duemila. È poi passato alla cronaca locale e da alcuni anni si occupa anche di cronaca nera e giudiziaria.



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