Sovicille, l'ex cava di Celsa diventa una palestra per le arrampicate

Si tratta di una grande parete a forma di anfiteatro dove gli alpinisti delle due associazioni hanno tracciato con i chiodi ben 70 vie di arrampicata di varie difficoltà.

Di Redazione | 23 Gennaio 2022 alle 15:56

L’ex cava di Celsa diventa una palestra per le arrampicate. Il Club alpino di Siena ha preso in affitto, insieme all’associazione “Chiodo fisso”, la cava dismessa che si trova nel Comune di Sovicille, non lontano dal castello di Celsa, dove nel passato si cavava la pietra cosiddetta “da torre” perché veniva usata per i monumenti di Siena. Si tratta di una grande parete a forma di anfiteatro dove gli alpinisti delle due associazioni hanno tracciato con i chiodi ben 70 vie di arrampicata di varie difficoltà.

“In primavera inaugureremo questa ‘palestra naturale’ che servirà soprattutto per i corsi di arrampicata rivolti ai giovani – dice con soddisfazione il presidente del Cai, Riccardo Soldati. Questo luogo, dove si trova una parete verticale molto adatta alle scalate, lo useremo però anche per altri eventi: la buona acustica fa pensare per esempio alle esibizioni del nostro coro ma anche ad appuntamenti culturali sui temi della tutela ambientale”.

Proprio per potenziare le proprie attività culturali, il Cai ha stipulato una convenzione con la Fondazione musei senesi grazie alla quale si può ottenere un’unica tessera a prezzo ridotto. Il Club alpino infatti organizza diverse escursioni nella nostra provincia che comprendono anche visite guidate ai musei.

Nonostante la pandemia, il Cai continua a effettuare escursioni, la sua attività non si è fermata. “Tutto si tiene nel rispetto rigoroso delle norme per la sicurezza contro il contagio – spiega il presidente Soldati. Per partecipare ai nostri eventi infatti bisogna portare la mascherina e avere il green pass rafforzato”.

Il tema della sicurezza da un po’ di tempo riguarda anche un altro capitolo che sta assumendo una cruciale importanza: la convivenza sui sentieri degli escursionisti a piedi e delle mountain bike. “La progressiva diffusione del cicloescursionismo che pure il Cai promuove e che viene svolto anche con biciclette elettriche – argomenta Soldati – ha posto sul tappeto un problema la cui soluzione ormai è improcrastinabile. Sempre più spesso sui medesimi sentieri si trovano a dover convivere persone a piedi e in bicicletta. Questa promiscuità a volte diventa pericolosa per la sicurezza delle persone. Una bici che scende da un sentiero a velocità sostenuta, se incontra dei pedoni può creare situazioni pericolose. Lancio un appello al mondo delle associazioni che si occupano di ambiente e di territorio ma anche ai politici e agli amministratori affinché ci si metta attorno a un tavolo e si concerti insieme una regolamentazione nazionale di queste due attività sportive. I nostri soci che usano la mountain bike non hanno mai creato problemi perché vanno esclusivamente su tratturi o sentieri larghi proprio per evitare il rischi odi incrociare pedoni. Ma in generale non si può lasciare che il tema sia affidato solamente al senso di rispetto e di responsabilità dei singoli. Serve una normativa chiara valida per tutti”. Le soluzioni possono essere diverse: itinerari separati riservati ai pedoni o alle bici, regolamentazioni legate alle stagioni, convivenza delle due pratiche solo in caso di sentieri di una certa larghezza e così via.

“L’esplosione del numero di biciclette elettriche – conclude il presidente Riccardo Soldati – ha portato in montagna tantissime persone. Questo è positivo. Ma bisogna evitare che la montagna diventi un parco giochi”.



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