Classifica qualità della vita, Noi Siena: "La rinascita passa dal Centro Storico, servizi al cittadino, infrastrutture e cultura"

Di Redazione | 20 Dicembre 2019 alle 16:47

“Non è il tempo del pessimismo e del fatalismo. È il tempo di rimboccarsi le maniche, per ricostruire” dice l’Associazione Noi Siena

Il 35° posto di Siena nella classifica del «Sole – 24 Ore» che annualmente misura la qualità della vita nelle città italiane ha destato scalpore e suscitato un acceso dibattito, con qualche polemica. Lo choc è innegabile, anche in relazione alle ben 9 posizioni perdute rispetto alla già non brillante posizione fatta registrare lo scorso anno. Non parliamo poi del confronto con anni ormai assai lontani, quando Siena risultava una delle eccellenze assolute in Italia

Provo a dire la mia a mente fredda, cercando di non soggiacere all’emozione negativa del momento.

Prima considerazione: classifiche come quella del «Sole» sono certamente utili, ma non dimentichiamo che simili rilevazioni vanno sempre lette in contesto e in prospettiva. Strumenti da tenere ben presenti, certamente; ma che non devono essere considerati un Vangelo, e meno che mai dettare l’agenda politica. La crisi della nostra Città, va ricordato, viene da lontano e si andava preparando proprio negli anni in cui, secondo classifiche come quella del «Sole», tutto andava a gonfie vele…

Questa crisi può essere percepita forse meglio che attraverso i numeri di un rapporto socio-economico andando tra la gente, e cioè “dal basso”. Ascoltare i cittadini, per le strade, nelle piazze, al mercato, sui mezzi pubblici, servirebbe altrettanto bene a rappresentare le criticità che stiamo attraversando. Da questo bisognerebbe cominciare per risalire la china, secondo me: dall’ascolto quotidiano delle persone, cercando di recepire e interpretare al meglio i loro bisogni, le loro paure, le loro proposte. Per troppo tempo non è stato fatto. Diversamente, ci aspettano bruschi (e un po’ ipocriti) risvegli di fine anno, aprendo il «Sole». Ma, senza essere presuntuosi, chi sta in mezzo alla gente non aveva bisogno di una ricerca statistica, per quanto seria, per capire il malessere di Siena. Dunque: torniamo tra i cittadini e ascoltiamoli.

Seconda considerazione: ho letto e ascoltato tante prese di posizione, anche competenti e autorevoli, successive alla pubblicazione del rapporto del «Sole». Non sono mancati gli spunti e le proposte interessanti e condivisibili, come anche qualche lettura più discutibile. Il dibattito è sempre positivo. A patto però che sia costruttivo, e che quindi si protragga oltre il momentaneo effetto della cattiva notizia sulla performance della Città. Bisogna confrontarsi tutti, certamente, ma poi essere operativi, passare dalle parole ai fatti.

Bisogna avere un’idea coerente di ciò che vogliamo che Siena diventi nel futuro prossimo. Partendo dal dato di fatto che la Città deve cambiare (perché non può né deve essere più quella di prima) occorre essere in grado di governare lucidamente il cambiamento. Tenendo fermi alcuni punti. Ne ricordo telegraficamente alcuni: 1) Centro storico: dal suo rilancio, in primis commerciale e turistico, passa la rinascita dell’intera Siena; 2) Servizi al cittadino: i residenti fanno la Città, e vanno supportati in ogni modo possibile, soprattutto le famiglie e le fasce più deboli come bambini, anziani, ammalati (priorità assoluta alla salute!); 3) Infrastrutture: serve essere subito operativi per colmare un gap che penalizza Siena e la frena su più fronti; 4) Cultura: Università e ricerca, ma anche offerta di grandi eventi per gli ospiti e iniziative sul territorio lungo tutto l’arco dell’anno. Senza dimenticare, incidentalmente, che anche lo Sport è Cultura.

Questo per essere breve e non ripetermi. Agire, presto e bene, sui quattro fronti da me indicati servirà a ridare fiducia a una Città smarrita, consentendo ai Senesi di chiudere la stagione della paura e attingere a risorse che indubbiamente esistono, ma che sono attualmente immobilizzate dall’incertezza e dallo smarrimento.

Non è il tempo del pessimismo e del fatalismo. È il tempo di rimboccarsi le maniche, per ricostruire. E Siena, libera dalle zavorre del passato, può farcela.



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