Poliziotto aggredito al carcere di Ranza, appello di Capece (SAPPE) al Sottosegretario alla Giustizia Delmastro

Nelle carceri deldistretto toscano-umbro dal 1° settembre al 31 dicembre 2023 ben 58 aggressioni. Francesco Oliviero, segretario regionale per la Toscana del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: "Aggressioni ormai quotidiane"

Di Redazione | 31 Gennaio 2024 alle 11:10

Ancora violenze in un carcere della Toscana, ancora aggressioni nella Casa di reclusione di San Gimignano. Su quanto è avvenuto ieri – un agente colpito da un recluso che ha riportato la frattura del setto nasaleriferisce Francesco Oliviero, segretario regionale per la Toscana del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Nella mattinata di ieri è avvenuta l’ennesima aggressione nella Casa Reclusione di S. Gimignano. Questa volta a subire i danni peggiori è stato un appartenente al Corpo di Polizia Penitenziaria. Un detenuto di nazionalità italiana, trasferito da altri penitenziari per motivi di sicurezza e già noto per i suoi comportamenti aggressivi, con evidenti disturbi psichiatrici, ha aggredito l’Agente in servizio, colpendolo con un pugno al volto procurandogli la frattura del setto nasale perchè aveva perso la sua schede telefonica (!) e pretendeva di effettuare la telefonata”, spiega Oliviero.
“Ormai quello che quotidianamente accade negli Istituti del Distretto Toscana-Umbria non fa più notizia.  Le aggressioni che avvengono pressochè quotidianamente ai danni del personale di Polizia che presta servizio nelle varie carceri sono il simbolo di una gestione fallimentare dell’Amministrazione Penitenziaria. Il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria annuncia che saranno messe in atto, concrete forme di protesta finche l’Amministrazione non fornirà i mezzi e le soluzioni affinché il problema venga risolto”.
Oliviero, che esprime solidarietà al personale del Reparto di Polizia del carcere di San Gimignano, ribadisce ancora una volta che “il SAPPE denuncia ormai da tempo la situazione insostenibile delle carceri toscane ma chi dovrebbe intervenire e tutelare continua a tacere ed a restare inerme. Mai udito un silenzio così assordante da parte di questa Amministrazione Penitenziaria!”
“La situazione penitenziaria è sempre più critica” – commenta il Segretario Generale del SAPPE, Donato Capece, che ribadisce: “Sono decenni che chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario. Ma servono anche più tecnologia e più investimenti: la situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose.
Capece definisce “semplicemente allarmanti ed inquietanti” alcuni degli eventi critici accaduti nelle carceri del distretto toscano-umbro dal 1° settembre al 31 dicembre 2023: “Pensate, ci sono state 292 denunce per resistenza ed ingiuria a pubblico ufficiale, 9 proteste collettive con rifiuto di entrare in cella (3). Ma ancora più gravi le aggressioni a poliziotti: 42 quelle che hanno visto assegnare ai malcapitati fino a sette giorni di prognosi, 6 quelle con prognosi da 8 a 20 giorni e ben 2 aggressioni con prognosi maggiori di 20 giorni”.
“Nelle carceri della Nazione e del distretto toscano-umbro in particolare serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!”, prosegue il leader del SAPPE, che fa appello al Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, che tra le sue deleghe ministeriali ha quella riservata alla trattazione degli affari di competenza dei Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, per un incontro urgente: “per ristabilire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta!”.


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