Referendum: due no e tre sì per Fratelli d'Italia

Michelotti: "“Noi crediamo innanzitutto che sia importante andare a votare per raggiungere il quorum"

Di Redazione | 10 Giugno 2022 alle 19:00

Sì solo ai tre quesiti che riguardano l’ordinamento interno. No a quelli sulla legge Severino e ai limiti alla custodia cautelare. Questa l’indicazione di voto di Fratelli d’Italia sui cinque referendum che si terranno domenica.

“Noi crediamo innanzitutto che sia importante andare a votare per raggiungere il quorum, – afferma il coordinatore provinciale Francesco Michelotti – per esprimere la propria opinione su quesiti che riteniamo importanti. Fratelli d’Italia è per il SI ai tre quesiti che disegnano una giustizia più liberale a partire da quello che limita il problema delle correnti nel Consiglio Superiore della Magistratura. Sugli altri quesiti abbiamo invece espresso parere contrario”.

I cinque quesiti referendari in tema di giustizia mirano a eliminare alcune norme dell’ordinamento giudiziario.

Inizialmente ne erano stati presentati sei, ma la Corte costituzionale non ha ammesso il quesito che prevedeva la responsabilità civile diretta dei magistrati (oltre a non ammettere i referendum sulla legalizzazione della coltivazione della cannabis e sull’eutanasia). Si voterà invece sull’abrogazione della legge Severino, limitazione delle misure cautelari, separazione delle funzioni dei magistrati, partecipazione dei membri laici a tutte le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari e abrogazione di norme in materia di elezioni dei componenti togati del Csm.

Il Carroccio, insieme a Forza Italia, Azione e Italia viva, è apertamente favorevole a tutti e cinque i referendum. Nel centrosinistra il Partito democratico opta per la libertà di voto, ma Letta avverte: questi referendum “aprirebbero più problemi di quanti ne risolverebbero”.

Contrario il M5s. Ma a parte lo schieramento dei partiti, esiste prima di tutto una condizione necessaria e indispensabile: raggiungere il quorum, ossia che domenica 12 giugno – quando anche si sceglieranno le nuove amministrazioni di 978 Comuni – alle urne dovrà recarsi almeno il 50% più uno degli elettori. Se la soglia fissata non venisse superata, i referendum abrogativi verranno dichiarati nulli.



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