Stoccaggio scorie nucleari, Coldiretti Siena: "Scelta scellerata"

Coldiretti si dichiara disponibile a collaborare con tutti i soggetti, pubblici e privati, "che combatteranno l’ipotesi di sfregiare una delle aree agricole e ambientali più belle del mondo"

Di Redazione | 5 Gennaio 2021 alle 20:15

La pubblicazione della carta nazionale delle aree potenzialmente idonee allo stoccaggio di scorie nucleari (Cnapi) e la scelta dell’area fra Pienza e Trequanda per l’eventuale stoccaggio di rifiuti radioattivi fa discutere. A lanciare una aperta critica è Coldiretti Siena che parla di scelta “senz’altro scellerata”.

“La stessa associazione, assolutamente contraria all’ipotesi, ricorda che si deve tutelare la vocazione di un territorio che può contare su un’agricoltura fra le più performanti e più green d’Europa, con specialità a denominazione di origine Dop e Igp riconosciute a livello comunitario,  con vini Doc e Docg apprezzati in tutto il mondo, aziende agrituristiche di livello elevatissimo, prodotti tradizionali, leadership nel biologico e il primato della sicurezza alimentare” afferma la nota dell’associazione.

“Coldiretti Siena sottolinea anche l’importanza di un processo trasparente nella formazione di decisioni del genere e si dichiara fin d’ora disponibile a collaborare con tutti i soggetti, pubblici e privati, che combatteranno l’ipotesi di sfregiare una delle aree agricole e ambientali più belle del mondo. Infine Coldiretti ricorda che occorre anche una forte attenzione ambientale al consumo di suolo,  attraverso anche il riutilizzo e la bonifica di aree industriali dismesse”.

“L’allarme globale provocato dal Coronavirus – conclude Coldiretti Siena – ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza che vanno difese e valorizzate per difendere la sovranità alimentare, ridurre la dipendenza dall’estero e creare nuovi posti di lavoro. Negli ultimi 25 anni si è perso in Italia oltre ¼ (-28%) della superficie agricola utilizzabile in Italia, ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari, secondo uno studio di  Coldiretti Nazionale”.

 

 



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