Inizierà a fine novembre l’istruttoria dibattimentale del processo sul caso della vendita del marchio dell’Ac Siena, che il sodalizio calcistico fallito nel 2014 mise in atto con l’aiuto di Mps – secondo l’accusa – per generare una plusvalenza e rimettere a posto il bilancio societario. A giudizio ci sono l’ex numero uno bianconero Massimo Mezzaroma, l’ex presidente di Mps Giuseppe Mussari e tre funzionari della banca, tutti sono accusati di bancarotta fraudolenta.
Nella giornata di oggi il tribunale doveva decidere in merito all’eccezione sollevata dalla difesa di Mezzaroma, riguardo la questione del “ne bis in idem”, vista la presenza delle medesime contestazioni già affrontate nell’altro procedimento conclusosi il 30 settembre, quello sul crac del club. Il collegio l’ha rigettata spiegando come i reati corrispondano solo per un segmento a quelli contestati in questo capo di imputazione, respingendo anche altre due eccezioni legate ai risarcimenti e alle costituzioni delle parti civili. Appuntamento a fine novembre con l’esame del curatore fallimentare, tra i testi nuovamente citati anche molti personaggi noti del mondo del calcio tra cui Clarence Seedorf e Andrea Agnelli.
C.C