Ventenni coltivano droga nel residence abbandonato

Di Redazione | 27 Agosto 2016 alle 12:58

Ventenni coltivano droga nel residence abbandonato

Residence abbandonato in via Bracci occupato da ventenni

Tutti i fanciulli nei loro sogni infantili desiderano un rifugio, il luogo nascosto dei loro giochi, il loro spazio riservato. Quattro ragazzi senesi di buona famiglia, uno fa pure il catechista, anche se un po’ cresciuti per rientrare nei canoni descritti, con età ricomprese fra i 18 e i 20 anni, hanno trovato lo spazio per il loro club esclusivo, in un residence sequestrato dal Tribunale di Siena ed affidato all’Istituto per le vendite giudiziarie, collocato fra Strada di Malizia e Viale Bracci, non troppo distante dalla caserma dei Carabinieri.

Su un magnifico costone immerso fra grandi querce e frequentato da caprioli e cinghiali, era stato realizzato un magnifico residence turistico, a cui poi l’Autorità Giudiziaria aveva posto i sigilli per una serie di irregolarità e di problemi. I ragazzi si erano aperti una strada nella boscaglia, facendosi spazio in una crepa della recinzione, raggiungendo quel piccolo regno assolutamente sconosciuto ai più.

Avevano occupato alcune grandi stanze, una dedicata ai graffiti, espressione della loro creatività artistica, un’altra chiaramente dedicata al consumo della marijuana.

Quel luogo misterioso poteva anche essere utilizzato in tanti altri modi per l’affascinante requisito della segretezza che lo circondava dopo anni di abbandono.

Così i quattro ragazzi, ma probabilmente ce ne sono degli altri, per dare un senso compiuto alla loro complicità, si erano dati ad una forma di agricoltura abbastanza trasgressiva, anche se questo forse dipende ormai dai punti di vista, di certo illegale e assolutamente vietata: la coltivazione della canapa indiana. In dodici bei vasi, alimentati con ogni sorta di fertilizzante solido e liquido, avevano amorosamente coltivato dodici piantine proibite che erano ormai giunte alla ragguardevole altezza di circa un metro.

Le piante erano state allineate lungo la paratia frontale di un ampio terrazzo, in maniera da ricevere l’abbraccio amorevole dei raggi del sole e risultare comunque di difficile visione, ad un attento osservatore che, a distanza, monitorasse l’orizzonte con un binocolo.

Alla storia però manca il più classico dei personaggi, il solito vecchietto che non riesce proprio a farsi i fatti suoi e che impiega il proprio tempo a monitorare il circondario, alternandosi fra vigilanza al corretto svolgimento dei lavori pubblici e critica dei costumi che decadono sempre più col trascorrere degli anni. A pensar male si fa peccato come diceva qualcuno, perché tutto è puro per i puri, ma spesso ci si azzecca.

Così il fare furtivo di quei giovinotti, che trasportavano bottiglie d’acqua acquistate in qualche supermercato, lo aveva incuriosito alquanto. Avrebbe voluto magari seguirli, ma in fatto di agilità non poteva ormai competere. Si era dunque rivolto ai Carabinieri che avevano intrapreso dei servizi di osservazione sempre più mirati, arrivando infine a piazzare delle telecamere nascoste. Le piante erano state rintracciate quasi subito, occorreva infine beccare in flagranza gli autori della piantagione clandestina. Con un po’ di pazienza e di metodo, alla fine i Militari dell’Arma riuscivano a cogliere quei bravi ragazzi, mentre con fare tanto furtivo da risultare quasi comico, procedevano in fila indiana a trasportare le bottiglie di acqua acquistate al supermercato, da utilizzare per l’irrigazione delle piante, due con funzioni di sherpa al centro, mentre il primo e l’ultimo della strana processione, bendati con un foulard sul volto, dettavano i tempi della marcia. Avevano forse seguito lo sceneggiato “Gomorra”, ma l’aria dei camorristi proprio non ce l’avevano.

I Carabinieri li beccavano giusto nell’atto dell’annaffiare ed essi si arrendevano subito all’evidenza, non sapendo ormai quale scusa inventare per dare un senso corretto e ragionevole al loro comportamento. Sono finiti tutti agli arresti domiciliari. Mentre qualche genitore, paladino ad oltranza del proprio erede, non ha voluto credere all’evidenza, qualcun altro, emulo di antichi metodi educativi, al figlio ha velatamente promesso gravi punizioni, volendo forse intendere restrizioni ad ogni futura concessione.



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