Aumento dei prezzi, calo dell’offerta, crescita del sommerso e un utilizzo sempre più limitato di un patrimonio immobiliare già oggi in gran parte inutilizzato: sono questi, secondo gli operatori del settore, i principali rischi legati alla norma sugli affitti brevi contenuta nella bozza della legge di bilancio 2026. La misura prevede l’aumento dell’aliquota della cedolare secca dal 21% al 26% per tutti i proprietari che affittano brevemente i propri immobili – anche una sola unità – attraverso piattaforme come Airbnb o portali di intermediazione.
Una scelta che sta facendo discutere la maggioranza e che, a Siena, preoccupa in modo particolare il comparto turistico e commerciale. Rossella Lezzi, presidente di Federalberghi Siena e Provincia, sottolinea come la norma nasca dal tentativo di riequilibrare una disparità fiscale tra hotel e appartamenti: “Questa misura – spiega – compensa ciò che in precedenza non veniva pagato: gli appartamenti continuavano a versare le stesse imposte delle abitazioni civili, mentre per le strutture alberghiere le tasse erano aumentate. Tuttavia, ciò che chiediamo da anni è avere lo stesso mercato, ma con le stesse regole. Se un hotel sostiene costi per la sicurezza dell’ospite e per l’accoglienza, anche chi affitta un appartamento deve rispettare gli stessi standard. La sicurezza dell’ospitalità è un valore fondamentale per una destinazione turistica”.
Dello stesso avviso anche Monica Ciacci, responsabile Confesercenti Siena, che mette in guardia sugli effetti collaterali della misura: “La tassa da sola non risolve i problemi. Servono più controlli e una regolamentazione uniforme. A Siena il problema è doppio: la città si sta svuotando e gli studenti faticano a trovare casa. Bisogna incentivare gli affitti a lungo termine con contratti concordati e cedolari più leggere, non spingere ulteriormente verso gli affitti brevi”.
Secondo i dati del Ministero dell’Economia, nel 2023 oltre 3,1 milioni di proprietari hanno scelto la cedolare secca, con un gettito di 3,7 miliardi di euro. Nelle città d’arte come Firenze, Venezia e Roma, le locazioni inferiori ai 12 mesi rappresentano ormai una quota rilevante del mercato (oltre il 30% a Firenze). Per Siena, il rischio è duplice: da un lato la perdita di offerta stabile per studenti e residenti, dall’altro una competizione crescente tra strutture ricettive e privati che operano nel turismo, spesso con regole e costi molto diversi.
Sul piano politico, intanto, la misura divide la maggioranza: Forza Italia e Lega chiedono modifiche alla norma o addirittura la sua cancellazione. “La norma sugli affitti brevi non ci sarà: o in Parlamento o alla base la cancelleremo”, ha dichiarato intanto il ministro Matteo Salvini, entrando oggi a Palazzo Madama per la seduta in cui la premier Meloni ha illustrato le comunicazioni in vista del Consiglio Europeo.