Prosegue l’attenzione attorno all’episodio accaduto lo scorso 9 novembre durante la gara del campionato Under 17 Allievi Provinciali tra Monteroni e Colligiana, dove un arbitro quindicenne è stato aggredito nei minuti finali dell’incontro.
A seguire la famiglia del giovane direttore di gara è l’avvocato Duccio Panti, che ha fatto il punto sulla situazione, sia sotto il profilo umano sia su quello legale.
“Abbiamo tenuto i toni bassi dopo il primo episodio – spiega Panti – aspettando che si pronunciasse la giustizia sportiva. Non vogliamo entrare nel merito delle sanzioni: se siano giuste o meno non spetta a noi dirlo. Le accettiamo”.
L’avvocato racconta come il giovane arbitro abbia ricevuto grande vicinanza dal mondo del calcio: “Dopo l’aggressione il ragazzo ha avuto la solidarietà e le telefonate di tanti, dagli organi dell’AIA e della FIGC, anche a livello nazionale, fino a calciatori professionisti che lo hanno chiamato per dirgli di stare tranquillo e che si dispiacevano per quanto accaduto”.
Ciò che invece manca, sottolinea Panti, è stato un gesto di scuse da parte delle società coinvolte: “Quello che mi rammarica, come sportivo e come legale, è che le due società – in particolare il Monteroni – non si siano fatte vive per scusarsi o per condannare l’episodio. È un fatto bruttissimo, che non dovrebbe mai accadere in nessun campo sportivo. Lo sport, soprattutto a livello giovanile, dovrebbe educare alla vita, alla crescita e al rispetto, non essere fomentato da dirigenti o genitori”.
Unico segnale arrivato al ragazzo è stato quello dell’allenatore del Monteroni: “L’unica persona del Monteroni che ha mandato un messaggio è stato l’allenatore, che si è detto dispiaciuto per quanto accaduto”.
Sul piano personale, il giovane arbitro vive ancora un momento difficile: “Posso dire che è molto scosso. È ancora in malattia, ha dovuto sottoporsi a ulteriori accertamenti diagnostici e la sua prima reazione è stata quella di voler abbandonare l’attività arbitrale perché ha paura”.
Dal punto di vista legale, l’avvocato conferma che la denuncia è già stata presentata: “Era un atto dovuto, sia da parte del ragazzo che per la legge stessa, perché gli arbitri – da alcuni anni – sono parificati a pubblici ufficiali. Quando vengono aggrediti, la Procura deve procedere d’ufficio, come se fosse aggredito un appartenente alle forze dell’ordine”.
Panti aggiunge che la vicenda avrà anche un seguito civile: “Dopo la querela, procederemo con una richiesta di risarcimento danni non solo nei confronti della persona che ha aggredito, ma anche verso la società del Monteroni per responsabilità oggettiva. Tuttavia, dovremo attendere che il ragazzo guarisca completamente”.
Le sue condizioni, spiega ancora il legale, restano delicate: “Ha ancora i segni visibili, soprattutto alla caviglia, dove ha riportato una forte distorsione. Fortunatamente sembra scongiurata la frattura, ma continua ad avere giramenti di testa e perdita di sangue. È dovuto tornare più volte al pronto soccorso per ulteriori accertamenti e la prognosi, purtroppo, dovrà ancora proseguire”.
Nel frattempo, proseguono le indagini interne del Monteroni che non presenterà ricorso alla decisione del giudice sportivo ma, la società, si è affidata ad un legale di fiducia per tutelare la propria immagine.