Alluvione Emilia Romagna, da Siena i volontari del C.I.S.O.M. La storia di Agostino Lippi: "Non siamo angeli del fango ma esseri umani"

Anche i volontari senesi del Corpo Italiano di Soccorso dell'Ordine di Malta sono accorsi a spalare e ad aiutare i cittadini della Romagna duramente colpita dalla tragica alluvione di alcune settimane fa. Tra questi Agostino Lippi appena rientrato da questa esperienza che lo ha profondamente segnato

Di Redazione | 1 Giugno 2023 alle 21:00

“Non chiamateci Angeli del Fango, ma semplicemente esseri umani” è questo il messaggio che riporta Agostino Lippi, senese facente parte del nutrito gruppo di giovani volontari del C.I.S.O.M. (Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta), dalla segnante esperienza di soccorso e aiuto al territorio romagnolo colpito duramente dall’alluvione. Sono tanti i ragazzi e le ragazze accorsi a spalare, soccorrere e confortare, portando speranza e futuro in questa terra ferita dal fango e dall’acqua dove il tempo si è fermato e che ha un estremo bisogno di sostegno.

“E’ molto più importante il supporto psicologico – spiega Agostino – molte persone ci hanno definito angeli del fango ma siamo principalmente esseri umani e quindi possiamo dare una mano alle persone meno fortunate. Non mi sento un angelo ma una persona che può e deve una dare una mano a chi ha bisogno” rimarca.

“Abbiamo portato delle attrezzature, principalmente il modulo tsk che ci ha aiutato a liberare le strade – racconta ancora Lippi – siamo un gruppo senese, composto da giovani molto affiatati, ragazzi e ragazze, ci siamo subito attivati per l’Emilia Romagna. C’è un turnover molto serrato, io sono stato in zona con un volontario di Siena, Benedetto, con il quale ho condiviso un pronto intervento, questo weekend toccherà invece a Veronica Di Clemente e Giovanni Fiorentini, che staranno una settimana a Faenza”.

Vanghe, stivali, guanti, sudore e anche sorrisi, perché quello che serve al popolo romagnolo adesso è anche un supporto psicologico per poter ripartire e ricostruire il loro presente e il loro futuro. “Sicuramente quello che mi ha colpito di più è stato il fango, il disastro che il fiume ha provocato, nella zona rossa del Borgotto, spazzando via le macchine e riempiendo le case di acqua e fango fino al secondo piano. Il nostro soccorso, lo sottolineo, mira sempre all’aspetto umano e sociale, è più importante scaldare il cuore con un sorriso che con una coperta, i mezzi sono importanti, ma dobbiamo dare una speranza a chi ha perso tutto”.

 



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