La Polizia di Stato di Siena ha arrestato un cittadino pakistano di 26 anni, destinatario di un mandato di arresto europeo emesso lo scorso 2 dicembre dalle Autorità greche per i reati di omicidio volontario e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, commessi nel territorio ellenico.
L’uomo è stato individuato dagli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Siena al termine di una complessa attività di indagine che ha consentito di ricostruirne i movimenti sul territorio italiano. Il soggetto viveva sotto falsa identità, con la quale aveva presentato domanda di protezione internazionale, ottenendo l’assegnazione a una struttura di accoglienza.
L’attività investigativa è scaturita da una segnalazione urgente della magistratura greca, trasmessa tramite la Procura Generale presso la Corte d’Appello di Firenze su indicazione del desk italiano di Eurojust. La segnalazione, pervenuta il 5 dicembre, ha portato all’immediata attivazione della Squadra Mobile senese per la ricerca dell’uomo, coinvolto in un traffico di migranti e in un episodio di omicidio volontario, reati per i quali risulta condannato alla pena dell’ergastolo e a 20 anni di reclusione.
Le prime verifiche, inizialmente caratterizzate da informazioni frammentarie e scarsi elementi identificativi, si sono successivamente sviluppate in un’approfondita attività investigativa, coordinata dal Commissario Capo Pietro Vittorio D’Arrigo. Le indagini si sono avvalse dei canali di cooperazione internazionale con le autorità greche e dell’impiego di avanzate tecnologie di rilevazione biometrica.
Gli elementi raccolti hanno consentito di individuare una corrispondenza con uno straniero fotosegnalato dalla Polizia Scientifica di Siena alla fine di novembre, che si era presentato all’Ufficio Immigrazione della Questura con generalità diverse, dichiarandosi richiedente asilo. L’uomo era stato successivamente collocato in una struttura di accoglienza del territorio.
Una volta accertata l’identità e ricostruiti i suoi spostamenti, gli investigatori lo hanno rintracciato presso un Centro di Accoglienza Straordinaria (CAS) situato nella zona dell’Amiata, dove è stato tratto in arresto.
Si precisa che la responsabilità penale dell’indagato potrà essere definitivamente accertata solo a seguito di una sentenza irrevocabile di condanna. Fino a tale momento, nei suoi confronti vige la presunzione di non colpevolezza.