“L’associazione Centro Storico Città di Siena sottoscriverà il documento che lunedì prossimo il comitato dei negozi di vicinato intende presentare al Sindaco di Siena Avvocato Luigi De Mossi e a Stefania Fattorini, assessore a Commercio, Turismo e Attività Produttive del Comune di Siena”.
L’annuncio è dato dal Presidente di ACSCS David Chiti che venerdì ha incontrato i rappresentanti delle trenta attività di vicinato e redatto assieme a loro il documento di specificazione e appello all’Amministrazione civica.
“Quanto scritto è chiaro e rispettoso – continua David Chiti – l’utilizzo dei dehors, cioè l’immediatezza di suolo pubblico accanto l’entrata dell’esercizio, che era stata concessa in ragione dell’emergenza Covid tanto ai bar e ristoranti che ai negozi di vicinato, ora che lo Stato ha concesso un’ulteriore deroga per l’estate 2022, viene permesso solo alla prima categoria. Ma nel provvedimento governativo dove vengono citati bar e ristoranti non si fa esplicita esclusione delle altre attività: l’applicazione restrittiva operata dal Comune è quindi discriminante per queste attività piccole, in genere a gestione familiare, che con la loro presenza permettono la vivibilità del Centro storico a tutti quei cittadini, soprattutto gli anziani, che non hanno la possibilità di recarsi in periferia a fare acquisti di beni di consumo”.
“Credo in sincerità – aggiunge il presidente ACSCS – che siamo di fronte a un mero copia e incolla da un provvedimento di altra amministrazione, senza alcuna volontà di discriminare e per questo chiederemo al Comune di applicare l’estensione di utilizzo del suolo pubblico. Quando ho affrontato la prima volta l’argomento c’è chi ha voluto intravedere concorrenza fra diverse tipologie di esercizi, ma non è così. Gli arredi posti dai negozi di vicinato sulla pubblica via, sono costituiti da panchine per disciplinare gli accessi in sicurezza all’interno dei negozi e comodità da parte dei clienti, o tavolini di appoggio che consentono la consumazione sul luogo da parte di una clientela turistica che a priori esclude l’opzione di sedersi a un ristorante e che diversamente cercherebbe un diverso sito pubblico – la Piazza, i giardini, i sagrati – per la consumazione. Mantenerne la presenza di fronte i negozi di vicinato, comporta che siano gli stessi esercenti a occuparsi della rimozione dei rifiuti, favorendo il decoro urbano”.
“Mia forte preoccupazione – conclude David Chiti – è lo spunto di drammaticità che emerge dal documento e che risponde al privato sentire degli esercenti di vicinato che vedono in questo provvedimento limitativo un ulteriore aggravio alle loro gestioni, capace in alcuni casi di determinarne la chiusura. Mia opinione è che vadano salvaguardate tutte le attività del centro a misura di cittadino, se non si vuole favorire ulteriormente lo spopolamento del Centro storico che è obbiettivo primario dello stesso Comune di Siena. Queste attività sono parte di ciò che definisco essere città e comunità, basti pensare a quell’esercente che tiene un davanzale con piante officinali a disposizione del quartiere o a quelli che si offrono di raccogliere la posta per i residenti in vacanza”.