Avi.Coop Amadori, il 5 giugno convocato il tavolo regionale per aprire il confronto

Nell’ultima settimana la produzione all’interno del sito di Monteriggioni è talmente diminuita da garantire per gli stessi dipendenti soltanto 1-2 giorni di lavoro

Di Cristian Lamorte | 20 Maggio 2024 alle 15:03

Un silenzio assordante. E’ quello che dalla proprietà rimbomba nelle orecchie e nella testa dei lavoratori dell’Avi.Coop di Monteriggioni, società agricola del Gruppo Amadori. Nessuna certezza sul futuro e nessuna risposta alle richieste occupazionali dei dipendenti dopo che nell’ultima settimana la produzione all’interno del sito è talmente diminuita da garantire per gli stessi dipendenti soltanto 1-2 giorni di lavoro alla settimana, con conseguenze sui salari pesantissime.

Da qui il presidio organizzato da FLAI CGIL, FAI CISL, UILA UIL di fronte alla prefettura di Siena mentre a Firenze, nella sede della Regione Toscana, avveniva l’incontro convocato appositamente dall’Unità di crisi regionale. Ma quel silenzio assordante si sta tramutando in totale sfiducia al punto tale che alcuni lavoratori si sono licenziati.

“Fino a qualche mese fa si contavano più di 200 lavoratori all’interno dell’azienda – dice Tommaso Caneschi della Fai Cisl – ma questa situazione di incertezza ha portato, ad oggi, già una trentina di persone a dare le dimissioni”. 

“Cerchiamo risposte che ci vengono negate da ormai due mesi – aggiunge Mirko Sartini della Flai Cgil -, non abbiamo certezze sul futuro lavorativo, la situazione è diventata insostenibile”.

“Per come si sono comportati finora non mi aspetto delle risposte – dice Eleonora Petreni della Uila Uil -, mi aspetto che questa prassi vada avanti. Non si può continuare così, anche perchè non stiamo parlando di numeri, ma di famiglie che devono portare avanti dignitosamente la loro vita”. 

Un barlume di speranza è riposto nel tavolo regionale convocato in seduta plenaria per il prossimo 5 giugno, in quell’occasione si ritroveranno le istituzioni, l’azienda e le organizzazioni sindacali per l’apertura del confronto

Cristian Lamorte

Giornalista dal 2006 ama il suo mestiere perché gli consente di alzarsi ogni mattina senza sapere cosa farà del resto del giorno. Ama le storie, quelle da leggere e quelle da raccontare. Detesta chi guarda invece che osservare, predilige un ricco silenzio ad un povero sproloquio. Nel tempo libero si dedica ai libri e al cammino, in un costante passo dopo passo lungo la linea sottile tra ragione e follia. La stessa linea che lo spinge a ricercare ogni giorno, dopo essersi svegliato, una nuova pagina da scrivere.



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