Beko, cala il sipario su 58 anni di storia industriale. Ora la sfida è la reindustrializzazione

Oggi cala il sipario su una storia lunga 58 anni. Da domani, si apre la partita più importante: riaccendere le luci della fabbrica.

Di Simona Sassetti | 28 Novembre 2025 alle 20:30

Nello stabilimento Beko si chiude una storia che ha segnato profondamente l’intera città di Siena. Dopo 58 anni di produzione, lavoro e lotta, oggi i cancelli si abbassano definitivamente, in una giornata impregnata di emozioni contrastanti: tristezza per ciò che finisce, ma anche la consapevolezza che proprio da questo momento deve partire una rinascita.

Con l’ultimo frigorifero a pozzetto uscito dalla linea, lo stabilimento passa formalmente nelle mani di Invitalia e Comune di Siena, grazie all’accordo approvato in Consiglio comunale e agli impegni assunti al tavolo Mimit, che mirano alla salvaguardia del perimetro occupazionale e alla costruzione di un nuovo progetto industriale. “Beko ha perso un’occasione industriale. Chiudere Siena è stato un insulto non solo ai lavoratori, ma alla sua stessa storia – afferma Barbara Tibaldi, segretaria Fiom Cgil  -. Tuttavia, oggi siamo qui per dire che la storia non finisce. Ora tocca alle grandi imprese farsi avanti: istituzioni, politica e lavoratori hanno fatto la loro parte”.  Il sito, liberato ormai dalle ultime produzioni, è pronto per essere rigenerato. L’appello è chiaro: servono aziende solide e disponibili a investire, perché il vuoto lasciato dalla multinazionale non può rimanere tale.

Il segretario Massimiliano Nobis di Fim Cisl ricorda i quasi 60 anni di attività e il ruolo che lo stabilimento ha avuto nell’economia di Siena e della Toscana. “Whirpool prima, Beko poi, hanno smesso di investire. Ma noi non ci siamo arresi. Abbiamo preteso che lo stabilimento venisse messo a disposizione della reindustrializzazione. È nata una NewCo con Invitalia e Comune: è la base concreta da cui ripartire”.  I prossimi passi prevedono interventi strutturali sull’impianto e l’installazione di pannelli solari, per garantire autosufficienza energetica e rendere il sito più appetibile per nuovi investitori. “Siamo nella fase di perlustrazione. Ci sono aziende interessate, ma finché non ci sono manifestazioni formali può essere tutto o niente.”

I sindacati chiedono compattezza: politica, istituzioni e società civile dovranno restare unite per attrarre un progetto serio, in grado di coinvolgere almeno i 160 lavoratori ancora senza prospettiva. “Ora si deve ripartire”: stabilimento acquisito, si attende il nuovo investitore Anche il terzo intervento sindacale ribadisce l’importanza del passaggio avvenuto ieri in Consiglio comunale: “L’ingresso del Comune nella società che acquisisce lo stabilimento è il punto fermo da cui ricostruire. I prossimi mesi saranno decisivi. Chiediamo alla città di Siena di continuare a sostenere i lavoratori.” Sul fronte delle trattative, però, la prudenza è d’obbligo: “Ci è stata data un’informativa che parla di decine di soggetti interessati – afferma Gialuca Ficco, segretario nazionale Uil – ma nulla di concreto. Le istituzioni dovranno aiutarci a trasformare queste voci in realtà”.  Con la produzione cessata e l’immobile ora in mano pubblica, entra nella sua fase cruciale l’accordo siglato al tavolo Mimit: attrarre un progetto industriale credibile e salvaguardare i lavoratori, evitando che la chiusura di Beko lasci una ferita insanabile sul territorio. La reindustrializzazione non è solo una speranza, ma l’unico percorso possibile per restituire dignità a uno stabilimento che per decenni ha rappresentato un pilastro del manifatturiero toscano. Oggi cala il sipario su una storia lunga 58 anni. Da domani, si apre la partita più importante: riaccendere le luci della fabbrica.

Simona Sassetti

Nasce a Siena nel 1991, lavora a Siena Tv dal 2016. Ha scritto prima sul Corriere di Siena, poi su La Nazione. Va pazza per i cantanti indie, gli Alt-J, poi Guccini, Battiato, gli hamburger vegani, le verdure in pinzimonio. È allergica ai maschilismi casuali. Le diverte la politica e parlarne. Ama il volley. Nel 2004 ha vinto uno di quei premi giornalistici sezione giovani e nel 2011 ha deciso di diventarlo



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