Restare e non mollare. È questo il messaggio forte e chiaro che arriva dai sindacati di Siena, riuniti intorno alla delicata vertenza Beko. Una richiesta netta: i lavoratori devono restare legati al percorso di reindustrializzazione, evitando di affidarsi soltanto a incentivi all’esodo. Questo messaggio arriva all’indomani dell’annuncio che l’Agenzia Invitalia, d’intesa con il Mimit, ha sottoscritto con la società Duccio Immobiliare 1 Srl l’accordo preliminare e vincolante per la compravendita dello stabilimento Beko Europe di Siena. “Non stiamo lottando solo per i singoli lavoratori, ma per il futuro del tessuto industriale di questo territorio. La nostra forza è stata la tenacia dei lavoratori e il modo in cui abbiamo condotto questa vertenza che fa scuola e apre la strada ad altre vertenze, abbiamo sottoscritto un accordo quadro senza precedenti, stiamo lottando non solo per i 299 lavoratori di questo stabilimento ma per dare un futuro industriale a Siena- ha affermato la segretaria della Fiom Cgil di Siena Daniela Miniero parlando ai lavoratori della Beko – . Lo stabilimento era stato considerato morto ma con scioperi, presìdi e una grande mobilitazione, abbiamo imposto la nostra presenza nel quadro nazionale, facendo saltare ogni logica di esclusione”.
Adesso si apre la partita decisiva: trovare un reindustrializzatore solido, affidabile e coerente con il progetto occupazionale.
“Credo che entro il 2027 potremmo già avere un imprenditore presente – ha sottolineato il segretario della Uilm Uil di Siena Massimo Martini – , in grado di dare concretezza al progetto di reindustrializzazione e garantire nuove opportunità occupazionali, riassorbendo in primo luogo i lavoratori coinvolti nella vertenza”. “Abbiamo chiesto di essere coinvolti nel processo di selezione del nuovo soggetto industriale– ha aggiunto Miniero– perché vogliamo sapere chi è l’advisor, qual è il piano, e che non si ripetano errori del passato. Non vogliamo sciacalli industriali, ne abbiamo già visti tanti”.
“Un risultato straordinario – ha detto Martini –. In altri siti non è successo nulla del genere. Siena oggi rappresenta un modello e un esempio di come una comunità può difendere il proprio futuro industriale. Sono almeno 10 le aziende interessate concretamente al sito senese, su un totale di oltre 30 contattate”. I sindacati riferiscono, pur non sbilanciandosi su nazionalità e nomi, che l’interesse è reale e si stanno vagliando più opzioni.
“L’acquisizione è un passaggio è decisivo – ha aggiunto Giuseppe Cesarano, segretario della Fim Cisl di Siena – proprio per la possibilità di individuare un soggetto industriale, perché la strada maestra era ed è questa: creare le condizioni affinché chi ha intenzione di investire trovi un contesto favorevole” .
In parallelo, anche la Regione Toscana è al lavoro per attivare percorsi formativi rivolti ai lavoratori già nei prossimi mesi. E non è escluso che la creazione di una comunità energetica con produzione fotovoltaica all’interno del sito possa aumentare l’attrattività per eventuali investitori.
