Una pioggia di uscite che però non scalfisce la speranza dei lavoratori Beko. Il responsabile delle risorse umane, Fabio Colombo, ha fatto tappa a Siena per confrontarsi sul futuro del sito con sindacati e lavoratori. La data della chiusura resta quella del 28 novembre e la forza lavoro si è notevolmente ridotta: all’inizio del prossimo anno i dipendenti saranno circa 170 e potranno usufruire della cassa integrazione. Tutti gli altri hanno scelto l’uscita volontaria incentivata. In questo modo il sito produttivo si sta gradualmente svuotando, ma diventa più appetibile in vista della reindustrializzazione.
Per il 28 novembre, giorno della fine della produzione, l’intenzione è quella di organizzare un evento con tutte le parti sociali coinvolte nella vertenza. Il giorno precedente è previsto il passaggio in consiglio comunale della delibera per la nascita di InviSi, il nuovo soggetto giuridico composto all’80% da Invitalia e al 20% dal Comune di Siena, proprietario dell’immobile.
Una volta fermata la produzione inizierà lo sgombero, che durerà dai quattro ai sei mesi; successivamente partiranno le operazioni di bonifica e la posa dei pannelli fotovoltaici. Tanti piccoli passi verso il futuro, che però non addolciscono l’amarezza dei lavoratori, molti dei quali stanno salutando il posto di lavoro occupato per anni.
“La forza lavoro si attesterà sotto le 200 unità – spiega Daniela Miniero, segretaria Fiom Cgil Siena –. È un peccato: chi ha scelto l’uscita non ha sempre trovato subito un’alternativa, ma l’incentivo ha rappresentato una soluzione rilevante rispetto alla sola cassa integrazione. Siamo convinti che la reindustrializzazione sarà possibile in tempi brevi; il 17 novembre, a Roma presso il Ministero, discuteremo gli avanzamenti nella ricerca di un reindustrializzatore. Gli interessamenti ci sono e, con un organico ridotto, l’operazione risulta più agevole. Auspichiamo che un unico soggetto industriale possa assorbire l’attuale forza lavoro e presentare un piano industriale credibile per farla crescere negli anni, restituendo alla città un presente e un futuro industriale. Il 28 novembre, giorno della fine della produzione, sarà certamente triste, ma speriamo di poter celebrare anche l’avvio di una nuova vita per lo stabilimento: il 27 novembre si costituirà la società mista tra Invitalia e Comune di Siena, un passo concreto verso la reindustrializzazione, e tutte le parti stanno lavorando per accelerare il rilancio del sito”.
“Siamo a quasi un anno dall’avvio della vertenza – aggiunge Massimo Martini, segretario generale Uilm Uil Siena – e a fine novembre si fermerà la produzione. Viviamo con amarezza questa conclusione: si chiude una pagina industriale importante per la città. Per il 28 stiamo organizzando un evento che coinvolga istituzioni, associazioni e tutta la comunità, per ricordare quello che è stato e guardare al futuro. Siamo determinati a promuovere la reindustrializzazione dello stabilimento. Il numero dei lavoratori è sceso a circa 170-180, ma per loro vogliamo garanzie occupazionali nella nuova realtà, anche attraverso percorsi di formazione sostenuti dalla Regione Toscana. Con la costituzione della società mista Invitalia–Comune, il 27 novembre, si compie un atto significativo: ci sono le condizioni e la volontà per procedere rapidamente verso il rilancio”.
“Come lavoratori viviamo questo momento con dolore – conclude Carlo Bianco, Rsu Beko Cisl Siena –: chiudere una produzione dopo trent’anni è straziante. Abbiamo visto reparti fermarsi e ora l’intero stabilimento si prepara a chiudere: è una ferita per chi qui ha lavorato per decenni. Nonostante tutto, dopo un inizio difficile e momenti di sconforto, nutriamo speranza: confidiamo che arrivi un nuovo soggetto industriale e che lo stabilimento possa tornare a vita. Questo è il sentimento di tutta la Rsu e dei delegati sindacali”.