Beko Siena, incontro azienda–sindacati: “Con 1000 euro al mese difficile arrivare fino alla reindustrializzazione”

Si è svolto all’interno dello stabilimento Beko un incontro particolarmente lungo tra i sindacati e i dirigenti aziendali, con al centro del confronto le modalità di erogazione della cassa integrazione per il biennio 2026–2027

Di Redazione | 2 Dicembre 2025 alle 17:00

Si è svolto all’interno dello stabilimento Beko un incontro particolarmente lungo tra i sindacati e i dirigenti aziendali Vetrò e Comello, in uno stabilimento ormai quasi vuoto e attraversato soltanto dai camion impegnati nelle operazioni di sgombero. Al centro del confronto le modalità di erogazione della cassa integrazione per il biennio 2026–2027, periodo in cui i lavoratori resteranno a zero ore in attesa del progetto di reindustrializzazione.

I sindacati hanno presentato richieste precise, al momento respinte dall’azienda: un’integrazione salariale che renda sostenibile il periodo di transizione e la garanzia della maturazione di tredicesima e quattordicesima. “Ad oggi sono rimasti 206 lavoratori, ma a fine 2025 ne resteranno 158” ha ricordato Massimo Martini segretario generale Uilm Uil Siena. “Stiamo cercando di salvaguardare il più possibile il reddito per il 2026: una mensilità certa è stata ottenuta, ma continuiamo a chiedere ulteriori integrazioni”.

Delusa anche Daniela Miniero segretaria generale della Fiom Cgil Siena, che ha sottolineato come “la vertenza entri ora nel vivo e l’obiettivo rimanga la reindustrializzazione, ma serve rendere sostenibile il tempo che ci separa da essa”. Miniero ha evidenziato che “nei precedenti periodi di cassa integrazione i lavoratori hanno sempre avuto la maturazione piena dei ratei: per il 2026 e 2027 invece abbiamo trovato le porte chiuse”.

Ancora più netto Giuseppe Cesarano, segretario generale Fim Cisl Siena: “L’azienda si limita a ribadire l’accordo attuale, ma oggi serve un’intesa specifica per il sito. Dal 1° gennaio i lavoratori saranno a zero ore: con 1.100 o 1.200 euro al mese non si arriva alla reindustrializzazione”. Per Cesarano è indispensabile “riconoscere la maturazione dei ratei e mettere in campo tutti gli strumenti necessari per dimostrare che questo stabilimento ripartirà”. Il sindacalista ricorda che “il difficile inizia adesso, con le macchine spente” e annuncia un’assemblea con i lavoratori la prossima settimana: “Dobbiamo spiegare che il 2026 e il 2027 saranno anni difficili”.



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