Quando una fabbrica chiude, non c’è solo un cancello da lasciarsi alle spalle, non ci sono solo le macchine che si spengono. Ci sono le storie e i sogni di donne e uomini che si sgretolano, le vicende umane che si sono intrecciate tra il rumore, i sorrisi e la fatica, e che poi cadono nell’oblio o restano celate nei ricordi. Resteranno le lotte, nel caso di Beko, e quell’impegno che ha saputo unire nuovamente e in maniera forte storie, sogni di donne e di uomini. Ma 58 anni sono tanti, troppi, per poterli relegare nell’oblio e qui lasciarli. Da qui la speranza che chiuso un capitolo lungo oltre mezzo secolo se ne possa aprire uno più duraturo, che possa di nuovo riaprire un cancello, riaccendere le macchine, intrecciare vicende umane tra rumore, sorrisi e fatica, che possa regalare al futuro e non relegare nell’oblio, storie e sogni di donne e uomini.
“Domani si chiude la pagina Beko ma mi verrebbe da dire che la pagina Beko non si è mai aperta perché fin da subito la multinazionale ha mostrato la non volontà di voler investire – ha spiegato Daniela Miniero della Fiom Cgil di Siena -. E’ stato da subito chiaro, soprattutto a noi sindacati, che quella era un’azione speculativa puramente commerciale. Sarà una pagina, ovviamente, che porterà in sé un sentimento di nostalgia, perché comunque domani si chiude la produzione a Siena dell’elettrodomestico che andava avanti da 58 anni. Ma quella di domani non vuole essere soltanto una pagina triste, vuole essere un monito. Domani la Beko spegne le macchine ma resta comunque su Siena la parte più importante, ovvero quella dei lavoratori”.
“Noi domani purtroppo assisteremo alla fine di un’epoca, alla fine della produzione di congelatori orizzontali a Siena e sicuramente non è un giorno di festa ma è un giorno triste – ha sottolineato Massimo Martini della Uilm Uil di Siena -. Però, come è stato ricordato anche oggi in Consiglio comunale, deve essere anche un giorno di rinascita perché formalmente inizierà lo svuotamento dello stabilimento di Siena e, dopodiché, ci aspettiamo che a metà 2026 si possano iniziare gli interventi di bonifica per poi arrivare quanto prima all’inserimento di nuove richieste di datori che devono portare lavoro”.