La guerra e le severe sanzioni economiche contro la Russia stanno avendo ripercussioni non solo su Mosca ma anche sulle nostre tasche. L’Italia, come gran parte dei Paesi dell’Unione Europea, dipende dalla Russia per le forniture di gas e petrolio, non avendo diversificato le sue fonti energetiche e non avendo puntato sulla produzione interna. Questa è la ragione per cui i prezzi di benzina e gasolio hanno ormai sfondato la soglia dei 2 euro: un’escalation che sembra non fermarsi e per cui settori cruciali legati ai carburanti, come quello degli autotrasportatori e quello dei distributori di petroli, si trovano in una grossa e seria crisi…
“Un aumento di 70/80 centesimi sul litro, su una percorrenza media di 100mila kilometri annui: si parla di un costo aggiuntivo di 24/25mila euro – spiega Michele Santoni, presidente CNA FITA Trasporti Toscana – Questo sta paralizzando il settore, con il paventarsi sempre più probabile di un blocco delle aziende di trasporti che da un giorno all’altro si vedranno costretti a non far uscire più i propri camion per consegnare la merce”.
Come se non bastasse, per effetto dell’accelerazione del caro carburanti chiunque dovrà fare i conti con un’inflazione “importata” sempre più galoppante. I costi energetici e dei trasporti, del resto, si riflettono in tutto quello che consumiamo, con l’effetto di ridurre progressivamente il potere d’acquisto delle famiglie. Per questo sia gli autotrasportatori che i distributori di carburanti richiamano uniti il Governo perché metta mano il prima possibile su ciò che può controllare, vale a dire le accise e l’I.V.A. sul carburante che rappresentano quasi il 60% del prezzo finale.
“La nostra categoria si è mossa cercando di trovare interlocuzione nel governo e sollecitare un intervento sulla leva che è a disposizione – dice Simone Canestrelli della Canestrelli Petroli – perché se è vero che ci troviamo a gestire degli aumenti che riguardano la componente industriale del prezzo del prodotto c’è comunque una fortissima componente fiscale data da accise e IVA, sulle quali il governo, a fronte di un incremento del gettito, ci aspettiamo possa intervenire per calmierare le conseguenze che questi aumenti stanno provocando“.