Brunello di Montalcino, vendemmia alle porte. I produttori confidano nella qualità contro la minaccia dazi

Raccolta delle uve a partire dal 10 settembre, piccolo slittamento dopo le ingenti piogge degli ultimi giorni

Di Cristian Lamorte | 22 Agosto 2025 alle 15:29

Sale l’attesa nella patria del Brunello per la vendemmia alle porte. Le piogge degli ultimi giorni hanno fatto slittare di qualche giorno la raccolta delle uve, la data stimata nella gran parte delle aziende è quella del 10 settembre. E l’attesa sale ancora dal momento che ci sono grosse aspettative per quello che riguarda la qualità, scongiurata, fatta eccezione per qualche caso sporadico, la minaccia della peronospora.

“Ci sono delle zone che sembrano un po’ più avanti nel territorio comunale, in quest’ultima settimana abbiamo avuto anche delle precipitazioni atmosferiche, l’ultima anche questa notte, abbastanza abbondanti e quindi anche questo tenderà a rimettere un po’ in equilibrio quello che era la data di previsione della vendemmia – spiega Giacomo Bartolommei, presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino -. Quest’anno direi che si andrà sicuramente dopo il 10 di settembre per la raccolta di uve sia per il Brunello che per il Rosso di Montalcino. Le attese sono buone perché quest’anno l’uva ce n’è nella giusta quantità, le uve sono molto belle e si presentano molto sane. Non abbiamo registrato particolari attacchi fitosanitari, ci sono stati casi molto limitati da questo punto di vista. Piccole cose ma tutte tenute sotto sotto estremo controllo. Siamo molto fiduciosi insomma sull’annata che verrà”.

Se da una parte la fiducia a Montalcino è tutta riposta nella vendemmia e nella qualità delle uve, preoccupano invece i dazi americani. E’ presto per qualsiasi stima di perdita nelle esportazioni ma i produttori dovranno fare i conti con un sostanziale decremento delle vendite nel mercato a stelle e strisce.

“Sui dazi abbiamo un problema che ci aspettavamo a questo punto – sottolinea Bartolommei -. Non mi aspettavo niente di troppo diverso da quello che poi è successo, sostanzialmente dal 27 luglio a oggi era abbastanza chiaro che non ci sarebbe stato una un accordo zero per zero. Quello che ci preoccupa di più in questo momento sicuramente sono anche le stime del cambio euro dollaro. Dazi al 15%, chiaramente se erano a zero era migliore ma sicuramente meglio del 100% minacciato all’inizio dall’amministrazione americana. Ci dovremmo fare tutti i conti, non è una una situazione che ci lascia sicuramente felici e soprattutto anche perché c’è stato un po’ di rallentamento nell’export verso gli Stati Uniti dovuto a questa incertezza dettata dal non sapere quale sarebbe stata l’entità del dazio”.

Cristian Lamorte

Giornalista dal 2006 ama il suo mestiere perché gli consente di alzarsi ogni mattina senza sapere cosa farà del resto del giorno. Ama le storie, quelle da leggere e quelle da raccontare. Detesta chi guarda invece che osservare, predilige un ricco silenzio ad un povero sproloquio. Nel tempo libero si dedica ai libri e al cammino, in un costante passo dopo passo lungo la linea sottile tra ragione e follia. La stessa linea che lo spinge a ricercare ogni giorno, dopo essersi svegliato, una nuova pagina da scrivere.



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