Carlo Sorrentino presenta a Siena il suo libro sul giornalismo: "Cambiare per non morire"

Carlo Sorrentino, uno degli studiosi più attenti ai problemi dell’informazione, ha presentato a Siena il suo ultimo volume

Di Simona Sassetti | 10 Maggio 2025 alle 19:00

Se non vuol morire il giornalismo è costretto a cambiare. È da decenni che vive uno straordinario paradosso: più cresce il volume delle informazioni e più difficilmente riesce a farvi fronte e anche per questo appare sempre più in crisi. Ma quali sono i cambiamenti che sono richiesti perché possa tornare ad essere centrale nella vita pubblica. A queste tematiche è stato dedicato l’incontro-lezione promosso dal Corso di laurea in Scienze della comunicazione del dipartimento di Scienze sociali politiche e cognitive dell’Università di Siena. Ne hanno discusso con l’autore Carlo Sorrentino (uno degli studiosi più attenti ai problemi dell’informazione), David Allegranti, docente di Giornalismo e nuovi media e Maurizio Boldrini, docente di Storia del giornalismo. “Il giornalismo è in continua trasformazione e la rivoluzione digitale è stata uno choc per il settore giornalistico – ha detto il professor Sorrentino –. Tanto che oggi consumiamo singoli contenuti sugli smartphone, che spesso non consideriamo canali degni, mancano quelle che chiamiamo forme di legittimazione”.

“È sulla base delle informazioni in nostro possesso che prendiamo le decisioni riguardanti la nostra vita quotidiana: dallo stile di vita (cosa mangiare, quanto dormire, come curare il proprio corpo) a quali rappresentanti votare (se abbiamo la fortuna di vivere in democrazia), a come investire i nostri risparmi (se abbiamo la fortuna di averne!). È ormai da decenni che il giornalismo vive uno strano paradosso: più aumenta di volume (il «sovraccarico informativo») e più appare in crisi. Questo perché ha ormai perduto la titolarità esclusiva della notizia. Oggi qualunque fonte produce informazioni da far circolare sulle piattaforme, dove ciascuno prende quel che vuole o ciò che gli suggeriscono gli algoritmi. Eppure, il giornalismo non si limita a trasportare i contenuti da una fonte a un pubblico: li contestualizza, li spiega e li interpreta, ed è questo il motivo per cui continua a essere un bene strategico per la tenuta di ogni sistema sociale. L’autore indaga le cause dei cambiamenti intervenuti negli ultimi decenni e le conseguenze che quei mutamenti stanno provocando nei modi in cui si forma l’opinione pubblica e le classi dirigenti prendono le loro decisioni. Ma soprattutto indica una possibile direzione di marcia per il futuro, suggerendo una ricetta grazie alla quale il giornalismo potrà e dovrà essere profondamente ripensato. Cambiare per non morire”.

Simona Sassetti

Nasce a Siena nel 1991, lavora a Siena Tv dal 2016. Ha scritto prima sul Corriere di Siena, poi su La Nazione. Va pazza per i cantanti indie, gli Alt-J, poi Guccini, Battiato, gli hamburger vegani, le verdure in pinzimonio. È allergica ai maschilismi casuali. Le diverte la politica e parlarne. Ama il volley. Nel 2004 ha vinto uno di quei premi giornalistici sezione giovani e nel 2011 ha deciso di diventarlo



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