Caso David Rossi, Vinci: “La valigetta scomparsa e l’ora e venti in cui non toccò il computer prima di morire”

Il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta, ospite a Sette Giorni: “Stiamo ricostruendo ogni passaggio, anche i minuti trascorsi nell’ufficio di David prima della tragedia".

Di Simona Sassetti | 8 Novembre 2025 alle 22:00

Torna a parlare Gianluca Vinci, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di David Rossi, ospite a Sette Giorni su Siena TV. Un’intervista densa di aggiornamenti, in cui il presidente ha fatto il punto sullo stato dei lavori della Commissione, le perizie in corso e gli elementi finora emersi, tra cui il mistero della valigetta nera mai ritrovata.

“È stata una settimana importante – ha spiegato Vinci –. Abbiamo ascoltato l’avvocato Giancarlo Pittelli e Ranieri Rossi, fratello di David. Entrambi hanno offerto contributi utili. Le perizie in corso, però, restano il passaggio più decisivo per arrivare a una ricostruzione credibile dei fatti”.

Il presidente ha poi ricordato che la relazione dei RIS sarà depositata entro la fine di novembre. Le prove hanno riguardato soprattutto la dinamica della caduta e il distacco dell’orologio di Rossi. “Abbiamo scelto di prenderci il tempo necessario per un’analisi completa – ha aggiunto Vinci –. A Milano è stata ricostruita in 3D la finestra dell’ufficio di Rocca Salimbeni, e sono state effettuate 23 prove e 5 test di stampo per capire in quale modo l’orologio possa essersi staccato. I primi risultati fanno pensare che si stia delineando una linea più chiara di quanto accaduto, anche se i tecnici non hanno ancora comunicato le conclusioni definitive”.

Tra i temi più discussi, il ritorno della cosiddetta “valigetta nera”, di cui hanno parlato più testimoni – tra cui il fratello Ranieri Rossi, l’avvocato Luca Goracci e Nicola Sodano, già presidente della Fondazione Palazzo Te. “Negli anni – ha ricordato Vinci – se ne era parlato poco, ma oggi è tornata al centro perché più persone, in contesti diversi, la descrivono allo stesso modo: una ventiquattro ore che David portava sempre con sé e che non apriva mai. Il fratello la vide una sola volta in ospedale, quando David gli chiese di tenerla d’occhio. Dopo quella sera non è mai stata ritrovata”.

Un dettaglio che, secondo il presidente, non può essere considerato marginale: “Ci sono ancora aspetti da chiarire su quella valigetta e su cosa potesse contenere. Stiamo verificando tutti i passaggi, perché da lì potrebbe emergere un tassello importante per comprendere la dinamica generale”.

Altro nodo cruciale è rappresentato dal periodo immediatamente precedente alla morte di Rossi: l’ora e venti in cui rimase nel suo ufficio senza toccare il computer né ricevere chiamate. “Dalle 18.20 alle 19.45 David è rimasto nella stanza senza interagire con alcun dispositivo – ha spiegato Vinci –. Non c’erano televisori né spazi di relax, e vogliamo capire cosa sia accaduto in quel tempo. Stiamo verificando anche i suoi strumenti informatici e il cellulare per capire se stesse comunicando o navigando online”.

La Commissione riceverà i risultati della perizia entro fine mese, insieme ai video in alta risoluzione dei test condotti a Milano. Poi nuove audizioni. “Martedì – ha annunciato Vinci – ascolteremo il giornalista Greco di Repubblica, che contattò Rossi proprio il giorno della sua morte. Successivamente sarà la volta di Monteleone e Occhipinti de Le Iene, che da anni seguono questa vicenda. Da questi confronti ci attendiamo nuovi elementi utili”.

In chiusura, Vinci ha sottolineato la volontà della Commissione di arrivare a una ricostruzione quanto più possibile completa. “Dopo tanti anni non sarà facile dare una risposta definitiva, ma possiamo avvicinarci alla verità. Abbiamo strumenti tecnici e testimonianze che ci permettono di leggere con maggiore chiarezza quanto accadde quella sera. È nostro dovere – ha concluso – dare a Siena e al Paese risposte fondate, basate sui fatti e non sulle suggestioni”.

Simona Sassetti

Nasce a Siena nel 1991, lavora a Siena Tv dal 2016. Ha scritto prima sul Corriere di Siena, poi su La Nazione. Va pazza per i cantanti indie, gli Alt-J, poi Guccini, Battiato, gli hamburger vegani, le verdure in pinzimonio. È allergica ai maschilismi casuali. Le diverte la politica e parlarne. Ama il volley. Nel 2004 ha vinto uno di quei premi giornalistici sezione giovani e nel 2011 ha deciso di diventarlo



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